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TSÉNTSAK e SPIRITI AIUTANTI:

come lo sciamano viene addestrato dalle Piante della Selva

 

Questo articolo tratta alcuni aspetti profondi dell'apprendistato sciamanico Amazzonico tra le popolazioni Shuar, Achuar e Shipibo-Conibo.
Quel che viene detto è assolutamente incompleto e raccomando a tutti di non volerne trarre indicazioni per un apprendistato fai-da-te. Per questo tipo di istruzione sciamanica è comunque indispensablile un maestro, ciò anche se l'articolo fosse del tutto esauriente. Lo sciamanesimo non si impara leggendo.
I termini in
rosso rimandano a voci del nuovo Lessico sciamanico che trovate nell'Area di Sciamanesimo Avanzato e che vi potranno aiutare a comprendere meglio l'articolo.

Nell'Amazzonia occidentale (Perù ed Ecuador), il futuro sciamano trascorre molto tempo nella Selva per essere istruito dagli Spiriti delle piante.
Il termine "venire istruito" è spesso frainteso in Occidente e i più credono che si tratti di acquisire delle conoscenze, ad es. sulla vera natura dell'Universo, su come sciamanizzare o su come usare le piante stesse per curare le malattie.
In realtà nella visione sciamanica l'acquisizione di conoscenza non è mai separata dall'acquisto di Potere. Viceversa il Potere che si riceve porta sempre con sé (o almeno dovrebbe) un aumento di conoscenza, che permette di gestire in modo opportuno il Potere stesso.
Questo insieme inestricabile di Potere e conoscenza è la vera istruzione sciamanica e va a costituire quel che i nativi chiamano la sabiduría ("sapienza, saggezza") dello sciamano.

Amazzonia
L'inestricabile viluppo di piante della Amazzonia ha molti segreti da insegnare agli sciamani disposti a trascorrere lungo tempo, specie di notte, nella foresta. (foto scattata dall'autore nella selva primaria Ecuatoriana, regione di Chininpi)

Più esattamente però l'aspirante sciamano acquisisce nel primo periodo dei poteri con poche scarne istruzioni su cosa farne e nessuna informazione su cosa essi siano in realtà.
In seguito avrà delle istruzioni più approfondite sul Potere che ha acquisito e sta acquisendo - istruzioni che però nascondono dei segreti di cui può ancora capire soltanto poco. E solo nell'ultimo periodo, quando già da tempo si sta esercitando, Spiriti di grande forza e saggezza finalmente gli si presenteranno e gli daranno la vera, completa sapienza sciamanica.
All'incirca l'inverso degli studi occidentali che invece approfondiscono la teoria prima di passare per gradi alla pratica.

tséntsak o virotes

All'inizio il futuro sciamano deve scendere nei Mondi acquatici da cui viene il potere dell'acqua, che fa crescere e prosperare le piante della selva.
Èinfatti dall'evaporazione dell'acqua dei fiumi e dell'oceano che si danno le piogge - e le piante crescono grazie alle piogge e alle acque di fiumi sotterranei. Tutto ciò è governato dagli Spiriti dei Mondi acquatici (o Mondo subacqueo o Mondo sotto le acque) in cui l'apprendista deve discendere o i cui abitanti può incontrare di notte sulle rive di un fiume o del mare, quando il potere dell'acqua è forte, quindi durante un temporale.
Tra gli Shuar 1 Gli Shuar sono una popolazione nativa, appartenente all'etnia dei Jíbaro. Abitano l'Alta Amazzonia ecuatoriana ("alta" significa 300 m sopra il livello del mare) che si estende tra la cordigliera del Kutukú e la Sierra del Condor e ha il suo centro sacro nel vulcano Shangay, attualmente attivo. Dai racconti degli anziani si comprende che anticamente vivevano presso l'oceano, chiamato il Grande Lago. Oggi sulla costa del Pacifico si trovano ancora pochi gruppi sparsi. Quasi tutti sono in Ecuador, tranne un piccola minoranza nel Perù nord-orientale. Gli Shuar hanno una delle culture sciamaniche più potenti e sviluppate, fino a tempi molto recenti non influenzata affatto dalla cristianizzazione, anche perché il popolo non fu mai vinto né dagli Incas né dagli spagnoli, solo di recente - purtroppo - dalla globalizzazione e dal mercato. L'autore, Tsunki, è appunto uno sciamano Shuar. e gli Achuar 2 Gli Achuar, di etnia Jíbaro, sono un popolo "gemello" degli Shuar, con cui condividono territorio e cultura sciamanica. Proprio per questo si sono sempre combattuti ferocemente per la supremazia. , il Signore del Mondo acquatico ha nome Tsunki, che significa in origine "curandero", questo perché governa anche la guarigione e la buona salute.
Èstrettamente connesso all'anaconda (o boa d'acqua) e infatti nell'Amazzonia più meridionale, tra gli Shipibo-Conibo 3 Gli Shipibo-Conibo sono un gruppo nativo del Perù orientale (Amazzonia peruviana), dovuto al mescolamento di due popolazioni, gli Shipibo e i Conibo appunto. Vivono nella selva intorno al rio Ucayali e ai suoi affluenti Pisqui, Calleria e Aguaytia nonché sulle rive dei laghi Tamaya e Yarina. Sempre in maggior numero però emigrano verso le aree urbane di Pucallpa e Yarinacocha. Hanno cultura sciamanica di grande importanza, che purtroppo è stata ampiamente contaminata dalla cristianizzazione. L'urbanesimo sta facendo il resto... L'autore ha trascorso lungo tempo con loro nella selva nei primissimi anni del secolo. , è noto invece come "anaconda gigante".
Da Tsunki o comunque dagli Spiriti delle acque, l'apprendista riceve una procedura arcaica e complessa per ottenere dei poteri dalle piante della selva, molti dei quali assai forti, ma con cui inizialmente non è in grado di comunicare.
Questi poteri sono "essenze spirituali" delle piante, come dire le loro anime, che gli Shipibo-Conibo chiamano yoshín.

Essi sono come un "fluido" diffuso non solo nelle piante, ma in molti fenomeni della natura. Quando cammini nella selva, puoi percepirne la forza, come dice uno sciamano Conibo:

"Gli yoshín li senti nell'odore della terra, nei piccanti vapori che si alzano nella selva dalle piante e dagli alberi in putrefazione, dopo una forte pioggia o che si posano sulla terra di notte, sotto forma di nebbiolina.
Eccoli, li senti e sono gli yoshín che si diffondono intorno e si agitano e schizzano qua e là.."

Gli yoshín, sia delle piante che di altri fenomeni naturali, hanno apparenza soprattutto di insetti, rettili e pesci (ma anche giaguari, caimani, delfini...), rocce e oggetti "inanimati", a volte anche di strumenti creati dall'uomo, quali lame, forbici e fili spinati.
Perché il loro Potere è simile a ciò di cui hanno l'apparenza. Non sempre è facile comprendere il nesso tra la pianta che conosciamo e i suoi yoshín, dato che questa Realtà differisce spesso molto dall'Altra.
Alcuni sono scudi o armi di difesa e serviranno allo sciamano per proteggersi, altri sono più aggressivi e servono ad attaccare - se fosse necessario - o a provocare e curare malattie.
Quando lo sciamano li acquisisce essi iniziano a vivere nel suo corpo, un po' come prima vivevano nella pianta.

Gli Shuar e gli Achuar li chiamano usualmente tséntsak, nome che indica alla lettera i dardi di bambù della cerbottana.
Gli Shipibo-Conibo, oltre che yoshín - che vuol dire all'incirca "spiriti invisibili" - li chiamano in castigliano virotes, parola che di nuovo significa "dardi".
La ragione è che quando vengono usati come armi o inviati lontano a compiere una missione, essi si tramutano in piccole frecce che lo sciamano lancia di solito soffiandole con la bocca.
Gli tséntsak sono Spiriti invisibili (o visibili solo in stato di trance), ma se lo sciamano ne prende per intero il Potere essi diventano estremamente forti fino a potersi materializzare.
(Vedi a questo proposito quanto dico nel lessico alle voci tunchi e Spiriti).

I poteri degli tséntsak

In realtà gli tséntsak o yoshín sono parzialmente materializzati, ossia stanno al limite tra il materiale e l'immateriale.
Da molti sciamani vengono considerati materiali, però molto piccoli e per questo normalmente invisibili.
Ma quando la loro energia si innalza emettono un bagliore, di solito colorato, che può essere visto in penombra e talora perfino in piena luce. Appaiono allora come puntini o filamenti o "vermetti" luminosi. Entrando in trance è possibile scorgerne il vero aspetto (ossia di insetto, serpente etc), che probabilmente è troppo piccolo per essere visto in condizioni ordinarie.
La loro energia si innalza quando si eccitano ossia, come dicono gli sciamani, "si svegliano".
Essendo semi-materiali vanno nutriti e si nutrono con lo tsank, un tabacco verde selvatico, di cui lo sciamano fa un infuso freddo da inalare o bere. Altro nutrimento possibile è l'ayahuasca, una pianta enteogena (psicoattiva) il cui decotto è usato in tutta l'Amazzonia.
Quando vengono nutriti si svegliano. Ma possono svegliarsi anche per altre ragioni: perché sentono un pericolo per il loro padrone (lo sciamano) o perché sanno di dovergli dare una visione su qualcosa.

I poteri degli tséntsak sono numerosi e molteplici. Ciascuno ha il suo specifico potere, per es. di essere inviati lontano a vedere cosa accade in altri luoghi o il potere di recidere, come lo tséntsak tijera (forbice), che quindi può essere usato per recidere una relazione da cui non ci si riesce a liberare, o il potere di procurare buona fortuna e perfino, come lo tséntsak músap, quello di far innamorare.
Altri hanno, come già accennato, poteri di fare da scudo e di proteggere da pericoli, anche concreti, come pure da influssi nefasti.
Gli tséntsak hanno però anche poteri collettivi, come quello di dare visioni, spontaneamente se ne sentono l'urgenza, o su richiesta dello sciamano - oppure il potere di vedere all'interno del corpo di un paziente "come se fosse fatto di vetro" e scoprirne le malattie.

Tra i poteri più importanti ci sono quelli legati alle malattie: molti degli tséntsak infatti, se vengono lanciati contro un nemico e si conficcano nel suo corpo, provocano una malattia e talora la morte.
Mentre questo sinistro potere è giustificato solo in situazioni gravissime di guerra, per tutelare la propria comunità, è importante che la stessa malattia che lo tséntsak può provocare può anche curarla!
Vengono quindi ampiamente usati nella curandería, anzi ne sono gli strumenti sciamanici principali.

I pásuk e la "gente delle piante"

Fino a che non li padroneggia abbastanza, il futuro sciamano non è in grando di comunicare molto con gli tséntsak, non più di quanto si comunichi con uno sciame di api ammaestrate,
Anzi, non conoscerebbe quasi nessuno dei loro poteri, se almeno alcuni di essi non fossero già noti dalla tradizione che il maestro sciamano gli trasmette durante il giorno, prima che al calar della notte l'allievo torni di nuovo nel profondo della selva.
A mano a mano che il suo apprendistato procede però, gli tséntsak non solo si trasformano da Spiriti-insetti o rettili in piccole frecce e viceversa, ma all'improvviso una notte essi si tramuteranno in esseri umani, uomini, donne, vecchi e bambini che sfilano come in parata davanti a lui e gli insegnano poteri nuovi di ciascuno tséntsak.
Con questi esseri finalmente l'apprendista può comunicare, proprio come con una persona in carne e ossa ed essi notte dopo notte lo istruiranno sui poteri segreti delle piante.
Hanno aspetto di umani di ogni età, ma alcuni anche di animali o creature miste, vengono chiamati pásuk dagli Shuar e Achuar, mentre gli Shipibo-Conibo danno loro il nome di jonibo, che significa soltanto "gente" nel senso di esseri dall'apparenza umana.
Taluni di loro possono rivelarsi così potenti da diventare visibili anche fuori della trance e da materializzarsi in persone o animali in carne e ossa.
Il futuro sciamano scopre in pratica - non in teoria - che i pásuk sono come nascosti "dentro" o "dietro" gli tséntsak che lui da tempo possiede e in parte padroneggia.
I pásuk, gli si rivela, sono Spiriti che abitano le piante, nella cima così come nelle radici, e costituiscono un flusso di Spiriti, chiamati dagli Shipibo-Conibo la "gente - jonibo - de la planta"
Man mano che procede l'istruzione, l'allievo scopre che in ciascuna pianta i jonibo sono numerosi e perfino organizzati secondo un sistema sociale.

Su questo punto vale la pena soffermarsi: gli Spiriti delle Piante che gli sciamani incontrano nell'Altra Realtà non sono - come immagina un Occidentale - dei singoli esseri personali, ciascuno dei quali corrisponde a una pianta: come dire che in questa Realtà materiale c'è la pianta "in tronco e foglie", la quale nell'Altra Realtà appare invece come una persona o un altro singolo essere animato.
Questo è quel che si incontra nei seminari New Age di neo-sciamanismo perché corrisponde alla logica occidentale.
Nella Realtà vera invece la pianta appare abitata da un flusso di Spiriti, numerosi esseri immateriali diversi, i jonibo, che in ciascuna pianta dispongono di un'organizzazione sociale..
Anzi, spesso nella pianta si incontra un vera e propria città di Spiriti.
Città in cui il futuro sciamano si addentra ottenendone sapienza e potere.

Gli yoshín o tséntsak sono percepiti a volte dall'apprendista come l'odore, ricco di potere, che emana dai jonibo, oppure come amano dire alcuni sciamani, gli "strumenti" o le "armi" dei jonibo - insomma i poteri di cui la gente delle piante dispone.
Proprio come in ogni villaggio la gente ha a disposizione molte armi e attrezzi, ogni pianta ha numerosi di questi poteri.
Queste però sono solo immagini per esprimere l'Altra Realtà - molto diversa da questa - in qualcosa di conosciuto.