17 marzo
Moderatori: Pinchuruwia, Tuna, Mayu
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Uhm ..... ho cercato di tenermi fuori da questa discussione "pelosa" sul patriottismo.
Ma forse bisogna vedere il problema in modo sciamanico.
Anche io amo l'Italia ma detesto gli Italiani, ma è come dire "amo il mio corpo ma detesto le mie cellule....".
Non si va molto lontano.
Io comunque il tricolore l'ho messo fuori dalla finestra, ma per un solo motivo: ricordare i migliaia di giovani che sono morti dando la loro vita per un sogno (giusto o sbagliato che fosse) e anche per quelli che hanno dato la loro vita non per scelta ma perchè le circostanze li hanno portati li.
E tutto ciò permette a noi ancora oggi di passarcela, tutto sommato, abbastanza bene.
Animo y fuerza
Kaya
Ma forse bisogna vedere il problema in modo sciamanico.
Anche io amo l'Italia ma detesto gli Italiani, ma è come dire "amo il mio corpo ma detesto le mie cellule....".
Non si va molto lontano.
Io comunque il tricolore l'ho messo fuori dalla finestra, ma per un solo motivo: ricordare i migliaia di giovani che sono morti dando la loro vita per un sogno (giusto o sbagliato che fosse) e anche per quelli che hanno dato la loro vita non per scelta ma perchè le circostanze li hanno portati li.
E tutto ciò permette a noi ancora oggi di passarcela, tutto sommato, abbastanza bene.
Animo y fuerza
Kaya
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wao... che bella discussione...
Buona fortuna,
io
Anche se da questa scelta dipende la vita? E, soprattutto, se da questa scelta dipende la vita (come la facoltà universitaria o cose simili) e poi è sbagliata... va bene che ci ritroviamo senza paura ma poi non avremo una bruttissima vita? Ne varrà la pena?Ho una tecnica sciamanica da offrire:
Se uno ha il dubbio di essere preda della debolezza e della paura, quando sceglie un'azione di compiere, certamente farà ragionamenti o patriottici o di responsabilità o perfino di coraggio (!) o di altro genere, i quali - guarda caso - gli faranno scegliere la linea d'azione più comoda, facile e meno rischiosa.
La Paura è un cacciatore astuto che tende infiniti lacci e trappole sulla nostra via.
Se volete liberarvene, quando fate una scelta, ignorate i vostri ragionamenti e, scartate le cose impossibili (tipo trasferirsi su Marte, diventare agente segreto o lanciarsi da una rupe per vedere se vi spuntano le ali), scartato l'impossibile, scegliete, tra le alternative possibili, la cosa più scomoda e rischiosa.
Sicuramente non sarà dettata dalla Paura.
Potrà essere una scelta buona o del tutto sbagliata, ma vi aiuterà a sbarazzarvi della Paura. E dopo di allora potrete fare scelte buone e libere.
Buona fortuna,
io
Amore, pace e salute per la nostra grande famiglia
Questo è l'arte dell'agguato, applicato a se stessi, di cui parla anche Carlos Castaneda.Tsunki ha scritto: Ho una tecnica sciamanica da offrire:
Se uno ha il dubbio di essere preda della debolezza e della paura, quando sceglie un'azione di compiere, certamente farà ragionamenti o patriottici o di responsabilità o perfino di coraggio (!) o di altro genere, i quali - guarda caso - gli faranno scegliere la linea d'azione più comoda, facile e meno rischiosa.
La Paura è un cacciatore astuto che tende infiniti lacci e trappole sulla nostra via.
Se volete liberarvene, quando fate una scelta, ignorate i vostri ragionamenti e, scartate le cose impossibili (tipo trasferirsi su Marte, diventare agente segreto o lanciarsi da una rupe per vedere se vi spuntano le ali), scartato l'impossibile, scegliete, tra le alternative possibili, la cosa più scomoda e rischiosa.
Sicuramente non sarà dettata dalla Paura.
Potrà essere una scelta buona o del tutto sbagliata, ma vi aiuterà a sbarazzarvi della Paura. E dopo di allora potrete fare scelte buone e libere.
Ma si può applicare anche nelle piccole cose per vincere i propri limiti caratteriali e sociali, non è necessario andare in cerca di un territorio fisico, esiste anche l'infinito territorio che è dentro di noi e che pochi esplorano veramente.
Conosco decine di persone che, conoscendo questa cosa, se la raccontano alla grande implementando nella loro vita scelte infantili e autolesive. La maggior parte dirà invece che non ha tempo, ma la verità è che la differenza si fa proprio implementando questo modo di ragionare nella vità che già si ha, rendendo ciò che già si fa tutti i giorni compatibile con questo modo di ragionare.
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Ciao Totem. Non è un libro. Quella storia la puoi trovare anche su internet. Mostra come gli uomini a volte combattano le guerre perché si assumono le proprie responabilità (rispetto alla propria famiglia, alla propria gente, ai propri alberi).totemtigre ha scritto:Me la spieghi senza che mi leggo il libro? xD
Il free rider (in questo caso) invece cerca di godere della propria famiglia, della pace della propria gente e dei propri alberi grazie al fatto che siano altri a morire rendendo possibile ciò, per lui.
Logicamente non c'è niente in questo di riferito a Espansione, solo che quella frase mi suona proprio infelice

Ciao.
Andrea
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Questa invece è psicologia. Con lo sciamanesimo non ha nulla a che spartire.rexxx ha scritto: Questo è l'arte dell'agguato, applicato a se stessi, di cui parla anche Carlos Castaneda.
Ma si può applicare anche nelle piccole cose per vincere i propri limiti caratteriali e sociali, non è necessario andare in cerca di un territorio fisico, esiste anche l'infinito territorio che è dentro di noi e che pochi esplorano veramente.
Davvero? Io neppure una...rexxx ha scritto: Conosco decine di persone che, conoscendo questa cosa, se la raccontano alla grande implementando nella loro vita scelte infantili e autolesive.
Nessuna persona infantile fa scelte coraggiose. Autolesive sì, coraggiose no.
Forse abbiamo idee differenti di cosa sia un'azione scomoda e rischiosa.
ánimo y fuerza
Tsunki
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La domanda posta così non ha senso.totemtigre ha scritto: Anche se da questa scelta dipende la vita? E, soprattutto, se da questa scelta dipende la vita (come la facoltà universitaria o cose simili) e poi è sbagliata... va bene che ci ritroviamo senza paura ma poi non avremo una bruttissima vita? Ne varrà la pena?
È una cosa che si fa quando uno ha una scelta da compiere e non sa cosa scegliere. Non quando si sveglia la mattina, magari è annoiato o stufo e pensa: "mandiamo in malora la mia vita"

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io non sono molto d'accordo con questa tecnica.
io opterei per fare la scelta giusta.
la vita è troppo breve per fare scelte condizionate dalla paura, che le si ubbidisca o che le si vada addosso.
fare, ogni giorno, piccola o grande, la scelta giusta non è pratica lieve, richiede fiuto consapevolezza coraggio...
ma in compenso mantiene in pace, in amore direi, con la propria strada.
io opterei per fare la scelta giusta.
la vita è troppo breve per fare scelte condizionate dalla paura, che le si ubbidisca o che le si vada addosso.
fare, ogni giorno, piccola o grande, la scelta giusta non è pratica lieve, richiede fiuto consapevolezza coraggio...
ma in compenso mantiene in pace, in amore direi, con la propria strada.
grazie Kaya di esserti (trat)tenuto fuori, come dici, e di avere concesso alle nostre stupide lingue di srotolarsi per un po' prima di darci il tuo Parere e riportarci alla Prospettiva Sciamanica.Kaya ha scritto:Uhm ..... ho cercato di tenermi fuori da questa discussione "pelosa" sul patriottismo.
Ma forse bisogna vedere il problema in modo sciamanico.
Anche io amo l'Italia ma detesto gli Italiani, ma è come dire "amo il mio corpo ma detesto le mie cellule....".
Non si va molto lontano.
Io comunque il tricolore l'ho messo fuori dalla finestra, ma per un solo motivo: ricordare i migliaia di giovani che sono morti dando la loro vita per un sogno (giusto o sbagliato che fosse) e anche per quelli che hanno dato la loro vita non per scelta ma perchè le circostanze li hanno portati li.
E tutto ciò permette a noi ancora oggi di passarcela, tutto sommato, abbastanza bene.
Animo y fuerza
Kaya
a proposito, quale era poi?
io rispetto e ringrazio i giovani che spesero la loro vita per creare la nostra patria. sono sicura che non essere uniti non avrebbe portato e non porterebbe nulla di buono né a livello sociopolitico né a livello economico.
ma non so se esiste una patria italiana.
era Mazzini che diceva che una nazione è una "di sangue di lingua e di cuor"?
che cos' ha ad esempio in comune una persona del ponente ligure con una di Avellino? (a stento) la lingua. della sua terra ama cose diverse perchè conosce cose diverse. diversi sono le tradizioni, le abitudini, le forme pensiero, i modi, i linguaggi, il significato delle parole...
e non c'è niente di dispregiativo in questo, anzi! è affascinantissimo. ogni brandello di Italia è una "nazione" a sé. ricordo che quando sono atterrata in Sicilia mi sono detta che era veramente strano che stessi andando all'estero e pure ci fosse la nostra lingua. lo strano è che si parlasse italiano. poi puoi farti prendere e la puoi amare visceralmente ed è bello così, ma non è casa tua. è altro.
e la stessa cosa mi è capitata una volta quando in vacanza conobbi un bambino ticinese e mi stupii che si dichiarasse svizzero. parlava un italiano così simile al mio!



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È un argomento molto usato per dimostrare che l'Italia non esiste, da molti Italiani. Per fortuna non è vero. È solo dovuto a provincialismo, gli italiani sono provinciali, questo sì, molti viaggiano poco e quelli che viaggiano vanno nei resort di italiani, quindi del paese che visitano non imparano niente. Per fortuna le cose vanno cambiando con le ultime generazioni, mi sembra.Corvoblu ha scritto: che cos' ha ad esempio in comune una persona del ponente ligure con una di Avellino? (a stento) la lingua. della sua terra ama cose diverse perchè conosce cose diverse. diversi sono le tradizioni, le abitudini, le forme pensiero, i modi, i linguaggi, il significato delle parole...
e non c'è niente di dispregiativo in questo, anzi! è affascinantissimo. ogni brandello di Italia è una "nazione" a sé. ricordo che quando sono atterrata in Sicilia mi sono detta che era veramente strano che stessi andando all'estero e pure ci fosse la nostra lingua. lo strano è che si parlasse italiano. poi puoi farti prendere e la puoi amare visceralmente ed è bello così, ma non è casa tua. è altro.
E sarebbe buona medicina se prima di dire queste cose si visitassero e conoscessero gli altri paesi...
In realtà, ad es., gli Statunitensi della Louisiana sono forse più diversi da quelli di New York di quanto lo siano i veneti dai siciliani. I Californiani sono l'opposto dei Newyorchesi e si disprezzano anche cordialmente a vicenda.
I texani non hanno nulla in comune con quelli di Chicago e molti di loro, anche nelle tv locali (molto più diffuse che da noi, pochi guardano quelle nazionali!) dopo le Twin Towers hanno detto che era la giusta punizione divina per quelli di New York e del Nord in genere. E così via...
Tuttavia si sentono tutti Americani.
I tedeschi del Nord (ho avuto una fidanzata di Brema se sono stato in quelle zone molte volte) sono molto diversi dai bavaresi, non si capiscono tra loro e si disprezzano a vicenda proprio come i Settentrionali italiani coi meridionali. E potrei continuare...
Un popolo non è fatto dalle somiglianze. E neppure dalle simpatie.
ánimo y fuerza
Tsunki
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