la morte e il morire
Moderatori: Pinchuruwia, Tuna, Mayu
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Re: La morte e il morire
Anna ha scritto:"......Da allora a questo ragazzo arriva ogni 2 mesi....lo stesso messaggio che io scrissi...in uno stato presumubile di alterata coscienza....sul suo cellulare....
arriva anche se io questo messaggio non l'ho memorizzato....anche se io stessa non l'ho inviato...e in momenti in cui ho il cellulare spento....alla stessa ora...prima che morisse
poi nel giro di 10 minuti si auto-cancella.....
testimone la sorella."
Mentre leggevo questo post mi sono venuti i brividi.
Quante cose che non siamo ancora in grado di capire!!![/quote]
si può dire anche che sia stato il padre ad aspettarlo, non poteva andarsene senza averlo salutato. adesso sia lui sia il figlio sono soli, ognuno per la sua ardua via, ma "in pace".mayu ha scritto: Come ho gia' scritto altrove, il padre di un amico e' morto la scorsa settimana. Il figlio si trovava in America, e quando ricevette la telefonata dalla madre che gli diceva che i dottori non gli davano piu' di due settimana di vita, lui prese il primo aereo per l'Europa. Ando' a Londra, dalla quale poi sarebbe andato per qualche giorno ad Amsterdam, e poi a Roma.
Non riusci' a trovare alcun volo per l'Olanda, per un giorno intero (era domenica 16/05), nonostante la vicinanza dei due Paesi, e nonostante non ci fosse alcuna nube vulcanica a bloccare i voli in quella data. Quindi opto' per andare a Roma. Il giorno dopo il suo arrivo, il padre spiro'...
Se non ci fosse stato quell'incredibile inghippo, non ce l'avebbe mai fatta ad essere vicino al padre al momento del trapasso.
Come puo' la morte di una persona creare tali incredibili coincidenze? Ci vuole un certo potere per bloccare tutti i voli verso l'Olanda di un aereoporto internazionale (e vicinissomo) per un giorno intero...
Questo topic è molto interessante, son state dette cose davvero importanti e di grande aiuto, anche se si sa che non è per nulla facile se non quasi impossibile per noi affrontare un lutto così. Però sapere rende davvero liberi e per amore si può provare ad affrontare questi avvenimenti in modo diverso, almeno provare avendo una visione ed una consapevolezza diverse...
Leggendo però mi son venute in mente tutte quelle persone famose per spettacolo o per fatti di cronaca che vengono nominate e ricordate in continuazione...soprattutto da appena decedute e di continuo nei mesi successivi... e non da una o due persone di famiglia ma da tantissimi in tutta Italia o nel mondo e mi chiedo, (dopo aver letto tutto questo), se hanno avuto la fortuna di trovare comunque la loro strada nell'altra realtà, se son riusciti a passare oltre.
Sarà un caso ma son 3 notti che non riesco a prendere sonno perchè mi assale prepotente (stanotte mi sentivo davvero opprimere) la situazione appena accaduta al motociclista (non lo nomino).
Mi ha davvero molto colpito questo avvenimento non per altro, più forse per lo shock di aver visto com'è accaduto e per l'empatia con il dolore dei famigliari che comunque proverei per chiunque altro, anche perchè a me di moto gp et similia poco interessa...
Ora, oggi, solo in tv (ho cambiato canale in virtù di quanto letto qui) se ne parlava ancora e credo che questa cosa andrà avanti per molto anche fuori dall'ambito televisivo logicamente, anche perchè il padre stesso ha detto che vuole che si parli di suo figlio ed in famiglia non faranno altro in questi momenti. Ovviamente comprendo il desiderio di questa famiglia, che ha subito un'atroce perdita ma alla luce di quanto ho letto oggi qui, mi dico che questo ragazzo se si continua così, oltre già alla passione che aveva per quest'attività e per la vita non riuscirà più ad abbandonare questa realtà e quindi a purificarsi... ammesso che abbia capito di non esserci più.
E mentre i primi giorni (quelli pre funerale) non ho avvertito nulla di tormentoso, ieri notte ero davvero turbata, sentivo la sofferenza come se fosse veramente "troppo", troppo pensiero troppa sofferenza da parte di tanti che continueranno sicuramente a piangerlo ed a parlarne.
Come lui certo tanti altri anche per fatti di cronaca, dei quali si parla ancora ed incessantemente a distanza di mesi. Mi domando, oltre ad aver affrontato morti improvvise e quindi con un'Anima del tutto impreparata, come fanno a lasciar questi luoghi ed a riposare davvero in pace (come si continua a dire ed a scrivere) se poi si continua a "richiamarli" indietro?
Leggendo però mi son venute in mente tutte quelle persone famose per spettacolo o per fatti di cronaca che vengono nominate e ricordate in continuazione...soprattutto da appena decedute e di continuo nei mesi successivi... e non da una o due persone di famiglia ma da tantissimi in tutta Italia o nel mondo e mi chiedo, (dopo aver letto tutto questo), se hanno avuto la fortuna di trovare comunque la loro strada nell'altra realtà, se son riusciti a passare oltre.
Sarà un caso ma son 3 notti che non riesco a prendere sonno perchè mi assale prepotente (stanotte mi sentivo davvero opprimere) la situazione appena accaduta al motociclista (non lo nomino).
Mi ha davvero molto colpito questo avvenimento non per altro, più forse per lo shock di aver visto com'è accaduto e per l'empatia con il dolore dei famigliari che comunque proverei per chiunque altro, anche perchè a me di moto gp et similia poco interessa...
Ora, oggi, solo in tv (ho cambiato canale in virtù di quanto letto qui) se ne parlava ancora e credo che questa cosa andrà avanti per molto anche fuori dall'ambito televisivo logicamente, anche perchè il padre stesso ha detto che vuole che si parli di suo figlio ed in famiglia non faranno altro in questi momenti. Ovviamente comprendo il desiderio di questa famiglia, che ha subito un'atroce perdita ma alla luce di quanto ho letto oggi qui, mi dico che questo ragazzo se si continua così, oltre già alla passione che aveva per quest'attività e per la vita non riuscirà più ad abbandonare questa realtà e quindi a purificarsi... ammesso che abbia capito di non esserci più.
E mentre i primi giorni (quelli pre funerale) non ho avvertito nulla di tormentoso, ieri notte ero davvero turbata, sentivo la sofferenza come se fosse veramente "troppo", troppo pensiero troppa sofferenza da parte di tanti che continueranno sicuramente a piangerlo ed a parlarne.
Come lui certo tanti altri anche per fatti di cronaca, dei quali si parla ancora ed incessantemente a distanza di mesi. Mi domando, oltre ad aver affrontato morti improvvise e quindi con un'Anima del tutto impreparata, come fanno a lasciar questi luoghi ed a riposare davvero in pace (come si continua a dire ed a scrivere) se poi si continua a "richiamarli" indietro?
E' un problema perché i morti, specie se da poco e di morte violenta e inaspettata, si dovrebbero lasciare in pace perché possano seguire il loro cammino.Salali ha scritto: ...Ovviamente comprendo il desiderio di questa famiglia, che ha subito un'atroce perdita ma alla luce di quanto ho letto oggi qui, mi dico che questo ragazzo se si continua così, oltre già alla passione che aveva per quest'attività e per la vita non riuscirà più ad abbandonare questa realtà e quindi a purificarsi... ammesso che abbia capito di non esserci più...
Come lui certo tanti altri anche per fatti di cronaca, dei quali si parla ancora ed incessantemente a distanza di mesi. Mi domando, oltre ad aver affrontato morti improvvise e quindi con un'Anima del tutto impreparata, come fanno a lasciar questi luoghi ed a riposare davvero in pace (come si continua a dire ed a scrivere) se poi si continua a "richiamarli" indietro?
A meno che qualche sciamano/sacerdote non lo aiuti a trovare la serenità e la via credo sarà difficile per lui in questa situazione trovare pace: troppi legami emotivi lo
richiamano da questa parte.
Quando mio padre è morto ha sofferto molto, mi dicono, non eravamo in buoni rapporti e non lo vedevo da 10 anni.
In quel periodo l'unica cosa che son riuscito a fare è pensarlo più serenamente possibile chiedendogli col cuore di non aver paura, che era giusto così, di cercare di calmarsi
(in vità era tutt'altro che calmo, un caratteraccio ed assolutamente impreparato a morire), e di trovare finalmente pace. Sentivo che dall'altra parte mi stava ascoltando.
Lo rassicuravo inoltre del fatto che, per quanto mi riguarda, tutti i torti subiti e la rabbia che provavo verso di lui era passata, non aveva più senso (era sparita nel momento
stesso della sua morte: strano!) e che, se aveva senso parlare di perdono, lo perdonavo. Gli chiedevo, da parte sua e se gli era possibile, di fare lo stesso.
Tutte le volte che riuscivo a ricordarmi mi rivolgevo a lui in questo modo per i primi 49 giorni (Ai-Tchourek dice che questo primo periodo è particolare) cercando di rassicurarlo
e di spingerlo ad andare oltre.
A parte una visita irata nel bagno di casa nuova nel giorno del suo compleanno 5 mesi dopo la sua morte (da cui a pensarci bene ho guadagnato € 650 di assicurazione condominiale), in seguito mi è capitato di sognarlo e stava meglio.
Ultima modifica di Taranis il mar 1 nov 2011, 20:32, modificato 1 volta in totale.
Re: la morte e il morire
Da quasi-tsentsakero novello ti chiedo come hai fatto ad avere tale informazione, chi te l'ha data e se si è rivelata giusta.Kaya ha scritto:...
Ad esempio nel rituale che ho fatto, molti Spiriti sono venuti ad aiutarmi e in più ho scoperto di avere uno tsentsak specifico che fa proprio quello di mestiere, il traghettatore ….
Lo sciamano ci ha detto che solo da un certo rituale detto parada escono fuori informazioni attendibili, ma a distanza di 2 anni saprai di certo se eri nel giusto oppure no.
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Ahimé, ma non hai niente altro di cui preoccuparti?Salali ha scritto: Sarà un caso ma son 3 notti che non riesco a prendere sonno perchè mi assale prepotente (stanotte mi sentivo davvero opprimere) la situazione appena accaduta al motociclista (non lo nomino).
Mi ha davvero molto colpito questo avvenimento non per altro, più forse per lo shock di aver visto com'è accaduto e per l'empatia con il dolore dei famigliari che comunque proverei per chiunque altro, anche perchè a me di moto gp et similia poco interessa...
L'empatia è certo un sentimento potente, ma non ha particolare effetto sugli Spiriti dei Morti.
Essi rischiano di venir trattenuti o richiamati indietro dalle emozioni profonde dei loro famigliari o amici, non certo da quelle dei fan, che neppure hanno mai conosciuto in vita.
Quindi la precauzione di non nominarli è ridicola...
Per le persone famose, il successo popolare è molto importante, ma come per tutti gli esseri umani la folla di ammiratori resta fuori dalla porta del loro Cuore.
Nel cuore sono come tutti gli altri comuni mortali, e sentono forti legami con genitori, fratelli, amici di lunga data, fidanzati/e...
E di nessun altro dopo la morte (come pure nella malattia) gli interessa davvero.
Naturalmente l'emozione profonda dei famigliari e degli intimi amici, specie il loro potente desiderio di non lasciarli andare, può trattenere qui loro... ma come chiunque altro, mi sembra.
Non credo che Simoncelli abbia più famigliari o amici che lo piangano di una persona comune né che i genitori lo piangano di più... solo perché correva su una moto
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Si certo che ho altro di cui preoccuparmi, infatti non erano certo solo pensieri i miei, anche perchè era già da giorni che era avvenuto il fatto, trovavo quindi strano l'essere stata colta anche dal fastidio, dal malessere, dopo, che poi sia stato tutto il contorno ad averlo provocato...può essere, questo io non lo so.Tsunki ha scritto:
Ahimé, ma non hai niente altro di cui preoccuparti?
L'empatia è certo un sentimento potente, ma non ha particolare effetto sugli Spiriti dei Morti.
Essi rischiano di venir trattenuti o richiamati indietro dalle emozioni profonde dei loro famigliari o amici, non certo da quelle dei fan, che neppure hanno mai conosciuto in vita.
Quindi la precauzione di non nominarli è ridicola...
Per le persone famose, il successo popolare è molto importante, ma come per tutti gli esseri umani la folla di ammiratori resta fuori dalla porta del loro Cuore.
Nel cuore sono come tutti gli altri comuni mortali, e sentono forti legami con genitori, fratelli, amici di lunga data, fidanzati/e...
E di nessun altro dopo la morte (come pure nella malattia) gli interessa davvero.
Naturalmente l'emozione profonda dei famigliari e degli intimi amici, specie il loro potente desiderio di non lasciarli andare, può trattenere qui loro... ma come chiunque altro, mi sembra.
Non credo che Simoncelli abbia più famigliari o amici che lo piangano di una persona comune né che i genitori lo piangano di più... solo perché correva su una moto
L'empatia alla quale mi riferivo era la mia non quella del suo spirito.
Per il resto, leggendo avevo capito che continuare a parlare e a nominare i morti si trattenevano qui, non mi era chiaro che fosse solo una condizione data dai legami affettivi, chiedo venia.
Grazie per le precisazioni.
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Sì lo so, intendevo appunto che gli Spiriti dei Morti non sono molto sensibili all'empatia degli estranei, solo all'amore e al rimpianto delle persone loro care.Salali ha scritto: L'empatia alla quale mi riferivo era la mia non quella del suo spirito.
Le emozioni profonde hanno potere, i pensieri e le parole non ne hanno alcuno, quindi non producono nulla né nel bene né nel male. Pensare o nominare un defunto, di per sé non causa niente.Salali ha scritto: Per il resto, leggendo avevo capito che continuare a parlare e a nominare i morti si trattenevano qui, non mi era chiaro che fosse solo una condizione data dai legami affettivi, chiedo venia.
Grazie per le precisazioni.
Le tue forti emozioni di Simoncelli mi paiono illusorie e dovute solo all'amplificazione mediatica: a noi moderni quello che appare in tivù sembra altrettanto vero - alle ultime generazioni perfino più vero! - di quello che accade vicino a noi, la tivù è diventata come la piazza del villaggio o della città: tutto quello che vi accade è creduto importantissimo per la comunità e ogni evento lì ne viene amplificato a dismisura. Ma si tratta solo di un gioco di specchi, non è reale.
Però, anche ammesso che tu provi un'emozione profonda per la morte di Simoncelli, è un'emozione unilaterale, visto che lui non sa neppure che esisti, non c'è un canale aperto tra di voi e dunque il Potere non passa e la sua anima non riceve nulla e perciò neppure può venire trattenuta qui.
È possibile raggiungere con la propria emozione un defunto che non si conosce, ma è necessario avere un canale aperto con lui: ad es. un suo oggetto personale, una ciocca di capelli oppure trovarsi a casa sua o in un luogo che lui amava, sempreché lo spirito si stia aggirando in quei posti...
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Ah ecco, è bene saperlo.Tsunki ha scritto:
Le emozioni profonde hanno potere, i pensieri e le parole non ne hanno alcuno, quindi non producono nulla né nel bene né nel male. Pensare o nominare un defunto, di per sé non causa niente.
Perfetto. Graziemmh no, non uso seguire la massa. Come avevo scritto non è la sua fama o l'evento mediatico ad avermi condizionato, è capitato spessissimo e capita che provi le stesse cose anche per altri, vicini e lontani, che non abbiano a che vedere con tv o tg...anche per questo non amo vedere i notiziari o il filone dei tormentoni del momento, so che le cose accadono anche se non me lo si dice e fa male, sento già abbastanza emozioni di mio per me e per gli altri, anche se non li conosco personalmente.Le tue forti emozioni di Simoncelli mi paiono illusorie e dovute solo all'amplificazione mediatica:
Però, anche ammesso che tu provi un'emozione profonda per la morte di Simoncelli, è un'emozione unilaterale, visto che lui non sa neppure che esisti, non c'è un canale aperto tra di voi e dunque il Potere non passa e la sua anima non riceve nulla e perciò neppure può venire trattenuta qui.
È possibile raggiungere con la propria emozione un defunto che non si conosce, ma è necessario avere un canale aperto con lui: ad es. un suo oggetto personale, una ciocca di capelli oppure trovarsi a casa sua o in un luogo che lui amava, sempreché lo spirito si stia aggirando in quei posti...
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Venerdì un ragazzo è stato quasi ucciso per un feroce accoltellamento a Ginevra ed è in fin di vita, ma la notizia non credo sia uscita sulla tivù italiana... Hai sofferto per lui venerdì? Ne dubito molto...Salali ha scritto: mmh no, non uso seguire la massa. Come avevo scritto non è la sua fama o l'evento mediatico ad avermi condizionato, è capitato spessissimo e capita che provi le stesse cose anche per altri, vicini e lontani, che non abbiano a che vedere con tv o tg...anche per questo non amo vedere i notiziari o il filone dei tormentoni del momento, so che le cose accadono anche se non me lo si dice e fa male, sento già abbastanza emozioni di mio per me e per gli altri, anche se non li conosco personalmente.
Probabilmente senti l'emozione che circola nella massa di persone intorno a te e, dato che Simoncelli non viveva dietro casa tua, l'emozione circola da te perché diffusa e amplificata dalla tivù...
Magari non sarai influenzata dalla tivù (anche se lo dicono in tantissimi e di solito non è vero), ma sei influenzata dalle emozioni della gente influenzata dalla tivù. Non ci vedo molta differenza...
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si capisco cosa intende M°, mi sa però che non mi sono spiegata bene io, non riesco a farmi capire. Certo che se non lo so non ne soffro non ho la percezione a distanza ed a prescindere di un determinato avvenimento o meglio so, come penso tutti, che accadono tutti i giorni in ogni ora del giorno cose terribili, a Uomini ed ad Animali e quando ci penso c'è rabbia e sofferenza ma se mi fermassi a pensare proprio a tutti e tutto ogni giorno ci sarebbe da impazzire. Quando capita di soffermarcisi un pò più a lungo, però, fa male a prescindere da chi da la notizia e dalla persona, famosa o non coinvolta, poi oh per me è così.Tsunki ha scritto:
Venerdì un ragazzo è stato quasi ucciso per un feroce accoltellamento a Ginevra ed è in fin di vita, ma la notizia non credo sia uscita sulla tivù italiana... Hai sofferto per lui venerdì? Ne dubito molto...
Probabilmente senti l'emozione che circola nella massa di persone intorno a te e, dato che Simoncelli non viveva dietro casa tua, l'emozione circola da te perché diffusa e amplificata dalla tivù...
Non vorrei sembrasse un botta e risposta accanitoMagari non sarai influenzata dalla tivù (anche se lo dicono in tantissimi e di solito non è vero), ma sei influenzata dalle emozioni della gente influenzata dalla tivù. Non ci vedo molta differenza...
No comunque, non voglio certo cercare di convincere nessuno su cosa provo, non avrebbe senso credo, Però ciò che vorrei dire è che se fosse solo così come mi dice (non nego certo io possa assorbire queste emozioni anche dal clamore e dalle proporzioni che può assumere un evento) non mi turberei però anche per cose non viste in tv o saturate dalla stessa, ma che accadono intorno a me a persone che non conosco personalmente. Ecco perchè parlo di empatia, almeno io ho sempre avuto questo tipo di sensibilità sin da bambina, vuoi per natura, vuoi data dai valori con il quale son stata cresciuta, vuoi un pò per le esperienze di vita, ma di fatto io sento queste cose per le persone in difficoltà non tutte certo, però proprio perchè spesso e volentieri mi turbano evito i tg e se chiede a mia madre le può dire che spesso quando mi sta per raccontare qualcosa accaduta a qualcuno la blocco lì perchè so già l'impatto che avrebbe.
Che poi possa anche associare gli eventi e le situazioni che capitano ad altri, a quelle capitate a me, le loro emozioni alle mie e viverle più intensamente ok, però voglio dire non è dettato solo dal contorno mediatico, almeno, parlo per me ovviamente poi per altri non so.
Nel caso di Simoncelli, non volevo passare per la medium sensitiva superdotata eh, ci mancherebbe, volevo solo dire che inaspettatamente, visti i giorni precedenti si di tristezza ed in qualche modo sofferenza, (ripeto che ho avvertito più per i famigliari) ma tutto sommato nella norma, in quelle tre notti soprattutto l'ultima mi sono sentita sopraffatta, saturata... non è la prima volta, ma magari visto anche il periodo un pò così che attraverso, ho amplificato involontariamente queste emozioni ... Il mio sbaglio è stato che, non avendo, in quel momento, ben compreso il meccanismo del trattenere le Anime (che poi lei mi ha spiegato), ho creduto che questo continuo parlarne ed il pensiero mio a riguardo, potesse aver innescato qualche ulteriore presenza negativa che si approfittava di questo tripudio emozionale, alimentandolo in qualche modo e turbandomi tanto da non riuscire prender sonno.
forse con questo post rischio di andare in off topic, al massimo chiedo uno split... (ahahah mamma mia quanti termini tecnici/inglesi!)
Visto il periodo, avevo intenzione di recarmi ai cimiteri per onorare gli antenati, come suggeritomi.
premetto che non amo i cimiteri, non per l'atmosfera che vi è stata costruita intorno, ma piuttosto perchè non sento l'attaccamento per i defunti, attraverso una lastra di marmo, preferisco onorarli, appunto, nel cuore.
detto questo, la domanda che mi pongo è: non c'è il rischio di tornare a casa con qualche "larva" attaccata addosso? non tanto dei morti di vecchia data, ma quanto per quelli sepolti da pochi giorni/ore. Non vorrei dire una cavolata, ma so che i morti, o meglio coloro che non riescono a staccarsi da questa terra, spesso tornano a rivisitare il proprio corpo, quindi si dovrebbero aggirare intorno alla tomba.
invece ora, domanda "tecnica/culturale": secondo tradizione Shuar, qual'è il rito funebre migliore per il defunto, e la sua anima?
per i norreni, solitamente, si accumulavano l'energia dell'acqua e del fuoco, dando appunto fuoco al corpo e all'imbarcazione che lo conteneva.
ai giorni nostri, la cosa migliore è essere cremati o sepolti/tumulati?
Grazie!
Visto il periodo, avevo intenzione di recarmi ai cimiteri per onorare gli antenati, come suggeritomi.
premetto che non amo i cimiteri, non per l'atmosfera che vi è stata costruita intorno, ma piuttosto perchè non sento l'attaccamento per i defunti, attraverso una lastra di marmo, preferisco onorarli, appunto, nel cuore.
detto questo, la domanda che mi pongo è: non c'è il rischio di tornare a casa con qualche "larva" attaccata addosso? non tanto dei morti di vecchia data, ma quanto per quelli sepolti da pochi giorni/ore. Non vorrei dire una cavolata, ma so che i morti, o meglio coloro che non riescono a staccarsi da questa terra, spesso tornano a rivisitare il proprio corpo, quindi si dovrebbero aggirare intorno alla tomba.
invece ora, domanda "tecnica/culturale": secondo tradizione Shuar, qual'è il rito funebre migliore per il defunto, e la sua anima?
per i norreni, solitamente, si accumulavano l'energia dell'acqua e del fuoco, dando appunto fuoco al corpo e all'imbarcazione che lo conteneva.
ai giorni nostri, la cosa migliore è essere cremati o sepolti/tumulati?
Grazie!
-Viana-
Re: la morte e il morire
Volevo riprendere qui l'argomento aperto sui defunti nel forum dei sogni.Tsunki ha scritto:
Dopo la morte, le tradizioni più sagge e antiche consigliano di fare il contrario del consiglio di Serpiente: non piangere il morto né pensare a lui nel proprio cuore.
L'importante è appunto non pensarci con emozione, il che però è quasi impossibile verso una persona amata.
Ho avuto un lutto di recente e come dice Tsunki è impossibile, senza quasi, non pensare o piangere il morto, soprattutto appena morto.
Anzi, distrarsi e non pensarlo non è solo difficile ma io lo vivo come sbagliato, pur avendo nel cuore le parole di Tsunki; e immagino che sia anche peggio per i figli e la moglie.
Mi chiedo come sia possibile che, visto che anche chi lo sa fa fatica ad eseguire, il morto riesca a fare il viaggio e non sia richiamato indietro.
Ho pensato molto anche ad un'altra cosa che abbiamo imparato al cerchio sull'incontro con gli antenati.
Diceva Tsunki (diceva anche Omero) che il mondo infero è orribile e tutte le anime vorrebbero fuggirne. Non ricordo (e non so se è possibile avere qui una risposta o no) se tutti coloro che hanno fatto il viaggio finiscono nei mondi celesti o una parte dell'anima di tutti va in quelli inferi. Non lo ricodo perchè a quel cerchio ero molto emozionata avevo troppi pensieri e mi sono persa qualcosa.
Re: la morte e il morire
Anch'io, appena mancato mio padre, mi sono dedicata nel seguire i giusti comportamenti affinchè lo spirito del defunto possa compiere il suo viaggio. Alla cerimonia di commemorazione, è stata letta una poesia di Fernando Pessoa, che mi è particolarmente piaciuta; racchiude (a mio parere) un significato bello e profondo. Tutto diverso dalla musica di sottofondo, triste e tragica, che accompagnava le parole di chi la stava leggendo. Eccola:
La morte è solo la curva della strada
La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s'è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.
La morte è solo la curva della strada
La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s'è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.
Re: Secondo me (1 parte)
Bella poesia, Rosa.
Mia nonna é morta alla veneranda età di 94 anni, per cause naturali. Tutti si aspettavano che per me sarebbe stato un evento molto traumatico, in virtù del nostro legame speciale. Io mi sono preparata all'evento con l'osservazione della natura, che mi ha insegnato esattamente ciò che ha scritto Taranis.
(Certo, si tratta comunque della dipartita di una signora quasi centenaria, non è la morte prematura e sconvolgente di un bambino. E' più facile, vero.)
Mi aspettavo l'avrei sognata spesso, in virtù del nostro speciale legame, invece la prima (e unica) volta che l'ho vista è stata un anno e mezzo dopo la sua morte. Era seduta sul mio letto ed emanava gioia e luce. Non sapevo cosa dirle... Ci siamo guardate con intensità. Poi le ho chiesto: "Come stai?". E lei mi ha risposto: "Bene" annuendo e sorridendo con gli occhi. Tutto qua. E' stato bello, anche se sinceramente poi mi sono chiesta cosa ci facesse ancora da queste parti, dato che era passato ormai un anno e mezzo.
Mia nonna é morta alla veneranda età di 94 anni, per cause naturali. Tutti si aspettavano che per me sarebbe stato un evento molto traumatico, in virtù del nostro legame speciale. Io mi sono preparata all'evento con l'osservazione della natura, che mi ha insegnato esattamente ciò che ha scritto Taranis.
Questa consapevolezza profonda mi ha dato una serenità e una forza che mi ha permesso di lasciare andare la nonna senza difficoltà, anzi, quasi con gioia per aver avuto qualcuno come lei nella mia vita. Mi fa piacere imparare di aver reso le cose più facili anche a lei.Taranis ha scritto: Forse erano più vicini al vero i saggi dell’antica Cina inquadrando nel simbolo del Tao il nascere-crescere-svilupparsi-decadere dello Yin nello Yang e viceversa: in soldoni niente muore, tutto si trasforma.
In quest’ ottica ciò che succede semplicemente succede secondo un ordine prestabilito, la nascita di qualcosa è un anello di una catena infinita che porterà ciò che nasce a trasformarsi finché non riusciremo più a distinguerlo coi sensi per poi continuare il ciclo…forse si reincarnerà, forse continuerà la propria vita su un altro livello.
(Certo, si tratta comunque della dipartita di una signora quasi centenaria, non è la morte prematura e sconvolgente di un bambino. E' più facile, vero.)
Mi aspettavo l'avrei sognata spesso, in virtù del nostro speciale legame, invece la prima (e unica) volta che l'ho vista è stata un anno e mezzo dopo la sua morte. Era seduta sul mio letto ed emanava gioia e luce. Non sapevo cosa dirle... Ci siamo guardate con intensità. Poi le ho chiesto: "Come stai?". E lei mi ha risposto: "Bene" annuendo e sorridendo con gli occhi. Tutto qua. E' stato bello, anche se sinceramente poi mi sono chiesta cosa ci facesse ancora da queste parti, dato che era passato ormai un anno e mezzo.