Visione guidata
Moderatori: Pinchuruwia, Tuna, Mayu
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Visione guidata
Descrivo qui un'esperienza che è collegata con quest'altro mio post viewtopic.php?t=1288.
Premetto che non ho idea della validità di un'esperienza del genere.
Quando conobbi la mia attuale compagna due anni fa un giorno mi propose di provare a fare una sorta di visione guidata, nessuno dei due aveva idea di cosa fosse o a cosa portasse ma al momento mi sembrava una buona idea.
Ho chiuso gli occhi e mi sono fatto trasportare dalla sua voce finché non è sparita e la visione è continuata da sola.
"Inizialmente mi trovo in mezzo alle fronde di un albero in quella che percepisco come una foresta. Scendo e noto che ai piedi dell'albero c'è un piccolo bacino d'acqua cristallina circondato dalla foresta appunto, l'ambiente è chiaro e decisamente piacevole. Mi guardo attorno e vedo che il bacino è alimentato da una enorme condotta di ferro o cemento dalla quale però esce un liquido scuro e denso in netto contrasto con l'acqua. Sento una presenza all'interno della condotto e poco dopo sul margine appare un uomo, di stazza robusta, ben più alto di me. Aveva si e no una 50ina d'anni, capelli in disordine e una folta barba. Indossava una camicia tipo in flanella a scacchi e teneva sulla destra un'accetta cosa che mi ha dato il suggerimento per crederlo un boscaiolo. Gli chiedo chi è ma non risponde. Allora chiedo cosa vuole al che mi dice di seguirlo che deve farmi vedere una cosa. Quando parlava non apriva la bocca ma io sentivo comunque le sue parole. Lo seguo dentro la condotta ma sono costretto a fermarmi perché il liquido che mi usciva mi risaliva per le gambe e iniziava ad avvolgermi il corpo, provavo una sensazione di disgusto e paura. Guardo l'uomo e mi dice di non fermarmi e di sforzarmi a seguirlo. Eseguo l'ordine così mi conduce ad una porta sulla parete di questa condotta, entriamo e mi ritrovo in una casa di montagna. La casa era molto curata ed accogliente, rifinita in legno chiaro, un ambiente molto piacevole. Noto sul fondo della stanza un movimento veloce ma non vedo cos'è, so solo che mi si fissa nella mente una ragazzina bionda di 9-10 anni che corre su e giù come per giocare. Il mio buon umore viene però meno quando noto che a terra c'è una scia di sangue, come se avessero trascinato un corpo ferito, che va dalla porta di ingresso ad una interna alla stanza. In quel momento capisco che è la fonte del liquido che sgorga dalla condotta. Guardo perplesso l'uomo che con un cenno della mano mi invita ad aprire la porta dalla quale esce la scia. Mi avvicino con timore ma comunque la apro. E' una specie di stanzino e all'interno vedo il mio corpo sospeso, legato con delle catene e cosparso di ferite da taglio sanguinanti. A quella visione non reggo e l'angoscia mi riporta di botto a questa realtà.
Due giorni dopo di sera ho sentito l'impulso di chiudere in una scatoletta una lametta di taglierino (faceva parte dei trascorsi autolesionistici di cui rinvio all'altro post) legarla ad una pietra e gettarla in mare.
Non ho mai capito come interpretare tutto questo ma so solo che da quel momento ero pronto ad abbandonare la terapia che stavo seguendo.
Premetto che non ho idea della validità di un'esperienza del genere.
Quando conobbi la mia attuale compagna due anni fa un giorno mi propose di provare a fare una sorta di visione guidata, nessuno dei due aveva idea di cosa fosse o a cosa portasse ma al momento mi sembrava una buona idea.
Ho chiuso gli occhi e mi sono fatto trasportare dalla sua voce finché non è sparita e la visione è continuata da sola.
"Inizialmente mi trovo in mezzo alle fronde di un albero in quella che percepisco come una foresta. Scendo e noto che ai piedi dell'albero c'è un piccolo bacino d'acqua cristallina circondato dalla foresta appunto, l'ambiente è chiaro e decisamente piacevole. Mi guardo attorno e vedo che il bacino è alimentato da una enorme condotta di ferro o cemento dalla quale però esce un liquido scuro e denso in netto contrasto con l'acqua. Sento una presenza all'interno della condotto e poco dopo sul margine appare un uomo, di stazza robusta, ben più alto di me. Aveva si e no una 50ina d'anni, capelli in disordine e una folta barba. Indossava una camicia tipo in flanella a scacchi e teneva sulla destra un'accetta cosa che mi ha dato il suggerimento per crederlo un boscaiolo. Gli chiedo chi è ma non risponde. Allora chiedo cosa vuole al che mi dice di seguirlo che deve farmi vedere una cosa. Quando parlava non apriva la bocca ma io sentivo comunque le sue parole. Lo seguo dentro la condotta ma sono costretto a fermarmi perché il liquido che mi usciva mi risaliva per le gambe e iniziava ad avvolgermi il corpo, provavo una sensazione di disgusto e paura. Guardo l'uomo e mi dice di non fermarmi e di sforzarmi a seguirlo. Eseguo l'ordine così mi conduce ad una porta sulla parete di questa condotta, entriamo e mi ritrovo in una casa di montagna. La casa era molto curata ed accogliente, rifinita in legno chiaro, un ambiente molto piacevole. Noto sul fondo della stanza un movimento veloce ma non vedo cos'è, so solo che mi si fissa nella mente una ragazzina bionda di 9-10 anni che corre su e giù come per giocare. Il mio buon umore viene però meno quando noto che a terra c'è una scia di sangue, come se avessero trascinato un corpo ferito, che va dalla porta di ingresso ad una interna alla stanza. In quel momento capisco che è la fonte del liquido che sgorga dalla condotta. Guardo perplesso l'uomo che con un cenno della mano mi invita ad aprire la porta dalla quale esce la scia. Mi avvicino con timore ma comunque la apro. E' una specie di stanzino e all'interno vedo il mio corpo sospeso, legato con delle catene e cosparso di ferite da taglio sanguinanti. A quella visione non reggo e l'angoscia mi riporta di botto a questa realtà.
Due giorni dopo di sera ho sentito l'impulso di chiudere in una scatoletta una lametta di taglierino (faceva parte dei trascorsi autolesionistici di cui rinvio all'altro post) legarla ad una pietra e gettarla in mare.
Non ho mai capito come interpretare tutto questo ma so solo che da quel momento ero pronto ad abbandonare la terapia che stavo seguendo.