Ma i virus contagiano davvero?
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Ma i virus contagiano davvero?
In riferimento al terzo incontro con lo Spirito della Pandemia riportato qui (N.d.A.)
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Il particolare del cappuccio da indossare altrimenti si viene rimproverati, non potrebbe essere anche un'eco dell'isteria collettiva sulle mascherine - non ancora obbligatorie nella maggior parte dei casi, ma non mancano dichiarazioni di intenti verso un loro uso generalizzato e definitivo per un prossimo futuro, proprio quando, paradossalmente, dicono che l'epidemia avrà allentato la presa: tipico esempio di pensiero "avandietreggiante" che non fa che infondere ulteriore confusione nella gente - ma la cui assenza in quelle poche persone che evitano di metterle suscita comunque spesso una riprovazione sociale (naturalmente parlo per esperienza personale...)?
A parte questo, mi scuso fin d'ora per l'eccessiva lunghezza dell'intervento da qui in avanti, ma sentivo il bisogno di dire alcune cose che ritengo di enorme importanza.
Il punto piú importante è davvero quello sulla pantomima. Certo che c'è un inganno, c'è una montatura in atto, non è neanche tanto difficile vederlo. Il che non significa che qualcuno abbia fatto l'"untore" diffondendo il virus. La questione è molto piú radicale, e solo andando appunto alla radice di tutto ciò che sta accadendo si potrà fare chiarezza, perché riguarda la nozione stessa di "virus" secondo la medicina ufficiale.
Se si vanno a confrontare diverse fonti ufficiali come enciclopedie mediche, dizionarî, libri di biologia, ecc., si può constatare come in realtà la definizione di "virus" sia incompatibile con altre ad essa strettamente correlate come quelle di "cellula", "parassita" e "proteina", entrando con esse in stridente contraddizione e addirittura in un rapporto di mutua esclusione.
Senza entrare qui troppo nel dettaglio - eventualmente lo si potrà fare in altra sede, se qualcuno fosse interessato - basterà dire una cosa che sanno tutti ma su cui quasi nessuno si sofferma a riflettere: cioè che i primi a dire di non usare gli antibiotici contro le infezioni "virali" sono i medici stessi. Ora, molti sapranno che il termine "antibiotico" significa letteralmente "ciò che agisce contro la vita" (dal greco antico "antí", vale a dire "contro", e "bios", cioè "vita"). Ciò è talmente vero che essi sono anche noti per agire – in quello che è uno dei peggiori effetti deleterî del loro utilizzo – persino contro la flora batterica intestinale simbionte, indispensabile per il mantenimento dello stato di salute dell'intero organismo, tanto che spesso dopo il loro utilizzo vengono poi prescritti integratori mirati per favorirne il ripristino. E questo accade perché gli antibiotici agiscono senza alcun discrimine contro ogni forma di vita biologica che incontrino sul loro cammino.
Nonostante ciò risultano del tutto privi di efficacia contro i virus.
Nel video postato da Kaya nel post "La peste, la peste, la peste!!!", intorno al minuto 12', Montanari - che sarà pure un "farmacista" ma che in ogni caso il "diritto" a parlare di virus se l'è conquistato sul campo, visto che da anni si occupa di vaccini e dei danni da essi provocati, e che i vaccini non solo sono rivolti prevalentemente contro i virus, ma, per la stessa ragione, su di essi si basano - fa un'affermazione fondamentale sulla loro natura, sulla quale però nemmeno lui si sofferma a sufficienza, né men che meno ne trae tutte le conseguenze che sarebbe elementare trarne; ciononostante essa è comunque devastante per la concezione "ordinaria" del virus che viene propalata dal megafono dei mezzi di comunicazione di massa su imbeccata della "scienza" ufficiale; affermazione che però, come sempre càpita, è passata del tutto inosservata.
Egli infatti dice testualmente dei virus che "non sono neanche degli esseri ma specie di catene chimiche".
Naturalmente non è l'unico a dire una cosa del genere, ma è proprio qui il punto: i virus non sono biologicamente VIVI, non sono microrganismi viventi come i batterî, come quasi tutti dànno per scontato a causa della reticente ambiguità della medicina ufficiale, ma residui mitocondriali di cellule MORTE. Per questo gli antibiotici nulla possono contro di essi. Possono uccidere i batterî - che non è quasi mai una buona idea, ma è un altro discorso - ma non ciò che è già morto.
Per quanto questa non sia affatto un'informazione "riservata" o "segreta", di fatto la natura dei virus viene usualmente descritta e divulgata lasciando intendere che siano esseri vivi, in grado persino di "mutare" in maniera "intelligente" a seconda dei farmaci che si troverebbero a dover fronteggiare.
In alcuni casi, nell'àmbito della stessa definizione di "virus" si possono avere versioni diametralmente opposte come qui:
http://www.treccani.it/vocabolario/virus
dove li si definisce "un gruppo di organismi";
e qui:
https://medicinaonline.co/2016/12/27/di ... e-terapia/
dove invece, addirittura, la contraddizione si presenta nello stesso articolo e nel giro di poche righe, di essi prima dicendosi, nella didascalia a corredo dell'illustrazione, che "non sono organismi viventi", e subito dopo, nella prima riga del testo, che sono "microrganismi unicellulari"!
E questa sarebbe "scienza"? Eppure è sulla base di ciò che essa dice che sono state prese queste misure totalmente insensate e dittatoriali.
Comunque sia, attribuire a materiale genetico esausto e quindi biologicamente del tutto inerte la capacità di "riprodursi", "attaccare", "infettare", "penetrare difese immunitarie", e via fantasticando, equivale ad attribuire a un cadavere quella di resuscitare e andarsene a spasso come se niente fosse. È qui che casca l'asino della medicina ufficiale, per la quale una simile concezione del virus è puramente strumentale al mantenimento del sistema vigente per cui i virus abbisognano di vaccini ed essi vengono provveduti dalle case farmaceutiche con giri d'affari multimiliardarî a livello globale.
È qui la radice della "montatura", dell'"inganno", della "recita"! Tutto il resto viene costruito sopra questo fondamento già di per sé fittizio, e non è che accessorio e fuorviante (i discorsi sulle precauzioni da adottare, sulla gradualità nel ripristinare una normalità che in ogni caso "non potrà piú essere come prima", e questo lo hanno anche detto chiaramente visto che è diventato uno dei mantra più ricorrenti, proprio come dopo l'attentato dell'11 settembre, altra "svolta epocale").
Se non si abbatte questo caposaldo della "pantomima", prima di tutto dentro di sé, in ciò che riteniamo sia la reale natura dei virus, non si potrà mai arrivare ad alcunché di concreto, perché si resterà invischiati in una selva di false questioni come "mascherina sí o no", "disinfettante sí o no", ecc., che non portano assolutamente a nulla.
Non risulta forse abbastanza evidente come siano stati molto attenti a definire i dettagli del "contagio", dicendo ad esempio che tutti potremmo essere portatori sani del virus oppure "pazienti asintomatici" - due ossimori da primato!, il primo di lungo corso, il secondo di piú recente quanto "brillante" conio - e che perciò anche se ci si sente bene non bisogna uscire di casa per non rischiare di "infettare" gli altri, in modo da parare tutte le possibili obiezioni a qualcosa che non può non apparire del tutto illogico a chi non si faccia ipnotizzare dalla "göbbelsiana" ossessività martellante con cui viene ripetuto? E lo hanno fatto facendo leva, oltre che sulla paura di cui già si è detto in abbondanza, anche sul senso di colpa, cosicché chi non fosse vulnerabile alla prima, si creasse lo scrupolo per il secondo. Il resto, poi, lo fa la riprovazione sociale, il condizionamento che arriva fino a veri e proprî inviti alla delazione - non è forse dalla delazione che inizia ogni dittatura? - di cui ci sono già stati numerosi esempî un po' in tutta Italia, purtroppo solertemente raccolti.
Questa è pura "riprogrammazione sociale", qualcosa di studiato e pianificato molto in alto e da molto tempo, con la quale vogliono indurre le persone ad adottare i comportamenti piú opportuni per le Forze che stanno guidando questo cambiamento traumatico per mezzo della paura. (Da notare a questo proposito che l'effetto negativo di quest'ultima sulla salute è ben conosciuto anche dalla medicina che riconosce il c.d. "effetto nocebo", l'opposto, cioè, di quello "placebo", ben piú noto meccanismo di suggestione per il quale si possono avere, in determinati soggetti, benefici nel trattamento di alcune patologie da sostanze in realtà del tutto neutre biochimicamente).
Perché se si accettasse universalmente e consapevolmente che il virus non è vivo e che quindi il contagio - almeno a livello fisico - non esiste, chi accetterebbe piú di vaccinarsi?
Potrei scendere ulteriormente nel dettaglio della questione dal punto di vista "tecnico" ma poiché fra le regole del forum c'è anche quella che vieta di postare articoli "stile enciclopedia" mi astengo dal farlo - temendo peraltro di avervi già contravvenuto, ma non sapevo come altro esprimere certe cose - rimandando di nuovo eventuali approfondimenti, per chi fosse interessato, ad altra e separata sede.
Quanto accennato dovrebbe comunque aiutare a farsi un'idea di come la pretesa "pandemia" non sia che una messinscena su scala globale, cui non corrisponde nulla di effettivamente reale, se non la paura che ha generato a livello mondiale.
Quindi il punto è che le Forze in gioco non stanno semplicemente "approfittando" di un'occasione favorevole, ma questa occasione l'hanno creata con un capolavoro di illusionismo medico-mediatico.
E poi certo che l'epidemia ritornerà, lo stanno già dicendo:
Ricciardi (Oms): «La seconda ondata è una certezza»
https://www.ilsole24ore.com/art/coronav ... fresh_ce=1
Mi auguro, sebbene con scarsa speranza, in verità, che prima di gridare al "complottismo" - con un'etichetta comunque molto comoda e "facile" con cui viene liquidata qualsiasi divergenza dal Pensiero Unico, per molti versi già pienamente vigente, altroché - ci si vorrà soffermare a valutare bene gli argomenti che in questo intervento si è cercato di portare all'attenzione di chi legge.
Qualcuno avrà letto "1984" di George Orwell, credo. Nessuno vi ritrova molto di ciò che stanno facendo a livello istituzionale?
@Tsunki: ti ho inviato una mail con ulteriori considerazioni piú specifiche sulla visione della Pantera.
Mi scuso di nuovo per l'eccessiva lunghezza, ma ritenevo di dover rompere il silenzio su questo fondamentale argomento in maniera piú esauriente di quanto avessi già provato a fare.
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Il particolare del cappuccio da indossare altrimenti si viene rimproverati, non potrebbe essere anche un'eco dell'isteria collettiva sulle mascherine - non ancora obbligatorie nella maggior parte dei casi, ma non mancano dichiarazioni di intenti verso un loro uso generalizzato e definitivo per un prossimo futuro, proprio quando, paradossalmente, dicono che l'epidemia avrà allentato la presa: tipico esempio di pensiero "avandietreggiante" che non fa che infondere ulteriore confusione nella gente - ma la cui assenza in quelle poche persone che evitano di metterle suscita comunque spesso una riprovazione sociale (naturalmente parlo per esperienza personale...)?
A parte questo, mi scuso fin d'ora per l'eccessiva lunghezza dell'intervento da qui in avanti, ma sentivo il bisogno di dire alcune cose che ritengo di enorme importanza.
Il punto piú importante è davvero quello sulla pantomima. Certo che c'è un inganno, c'è una montatura in atto, non è neanche tanto difficile vederlo. Il che non significa che qualcuno abbia fatto l'"untore" diffondendo il virus. La questione è molto piú radicale, e solo andando appunto alla radice di tutto ciò che sta accadendo si potrà fare chiarezza, perché riguarda la nozione stessa di "virus" secondo la medicina ufficiale.
Se si vanno a confrontare diverse fonti ufficiali come enciclopedie mediche, dizionarî, libri di biologia, ecc., si può constatare come in realtà la definizione di "virus" sia incompatibile con altre ad essa strettamente correlate come quelle di "cellula", "parassita" e "proteina", entrando con esse in stridente contraddizione e addirittura in un rapporto di mutua esclusione.
Senza entrare qui troppo nel dettaglio - eventualmente lo si potrà fare in altra sede, se qualcuno fosse interessato - basterà dire una cosa che sanno tutti ma su cui quasi nessuno si sofferma a riflettere: cioè che i primi a dire di non usare gli antibiotici contro le infezioni "virali" sono i medici stessi. Ora, molti sapranno che il termine "antibiotico" significa letteralmente "ciò che agisce contro la vita" (dal greco antico "antí", vale a dire "contro", e "bios", cioè "vita"). Ciò è talmente vero che essi sono anche noti per agire – in quello che è uno dei peggiori effetti deleterî del loro utilizzo – persino contro la flora batterica intestinale simbionte, indispensabile per il mantenimento dello stato di salute dell'intero organismo, tanto che spesso dopo il loro utilizzo vengono poi prescritti integratori mirati per favorirne il ripristino. E questo accade perché gli antibiotici agiscono senza alcun discrimine contro ogni forma di vita biologica che incontrino sul loro cammino.
Nonostante ciò risultano del tutto privi di efficacia contro i virus.
Nel video postato da Kaya nel post "La peste, la peste, la peste!!!", intorno al minuto 12', Montanari - che sarà pure un "farmacista" ma che in ogni caso il "diritto" a parlare di virus se l'è conquistato sul campo, visto che da anni si occupa di vaccini e dei danni da essi provocati, e che i vaccini non solo sono rivolti prevalentemente contro i virus, ma, per la stessa ragione, su di essi si basano - fa un'affermazione fondamentale sulla loro natura, sulla quale però nemmeno lui si sofferma a sufficienza, né men che meno ne trae tutte le conseguenze che sarebbe elementare trarne; ciononostante essa è comunque devastante per la concezione "ordinaria" del virus che viene propalata dal megafono dei mezzi di comunicazione di massa su imbeccata della "scienza" ufficiale; affermazione che però, come sempre càpita, è passata del tutto inosservata.
Egli infatti dice testualmente dei virus che "non sono neanche degli esseri ma specie di catene chimiche".
Naturalmente non è l'unico a dire una cosa del genere, ma è proprio qui il punto: i virus non sono biologicamente VIVI, non sono microrganismi viventi come i batterî, come quasi tutti dànno per scontato a causa della reticente ambiguità della medicina ufficiale, ma residui mitocondriali di cellule MORTE. Per questo gli antibiotici nulla possono contro di essi. Possono uccidere i batterî - che non è quasi mai una buona idea, ma è un altro discorso - ma non ciò che è già morto.
Per quanto questa non sia affatto un'informazione "riservata" o "segreta", di fatto la natura dei virus viene usualmente descritta e divulgata lasciando intendere che siano esseri vivi, in grado persino di "mutare" in maniera "intelligente" a seconda dei farmaci che si troverebbero a dover fronteggiare.
In alcuni casi, nell'àmbito della stessa definizione di "virus" si possono avere versioni diametralmente opposte come qui:
http://www.treccani.it/vocabolario/virus
dove li si definisce "un gruppo di organismi";
e qui:
https://medicinaonline.co/2016/12/27/di ... e-terapia/
dove invece, addirittura, la contraddizione si presenta nello stesso articolo e nel giro di poche righe, di essi prima dicendosi, nella didascalia a corredo dell'illustrazione, che "non sono organismi viventi", e subito dopo, nella prima riga del testo, che sono "microrganismi unicellulari"!
E questa sarebbe "scienza"? Eppure è sulla base di ciò che essa dice che sono state prese queste misure totalmente insensate e dittatoriali.
Comunque sia, attribuire a materiale genetico esausto e quindi biologicamente del tutto inerte la capacità di "riprodursi", "attaccare", "infettare", "penetrare difese immunitarie", e via fantasticando, equivale ad attribuire a un cadavere quella di resuscitare e andarsene a spasso come se niente fosse. È qui che casca l'asino della medicina ufficiale, per la quale una simile concezione del virus è puramente strumentale al mantenimento del sistema vigente per cui i virus abbisognano di vaccini ed essi vengono provveduti dalle case farmaceutiche con giri d'affari multimiliardarî a livello globale.
È qui la radice della "montatura", dell'"inganno", della "recita"! Tutto il resto viene costruito sopra questo fondamento già di per sé fittizio, e non è che accessorio e fuorviante (i discorsi sulle precauzioni da adottare, sulla gradualità nel ripristinare una normalità che in ogni caso "non potrà piú essere come prima", e questo lo hanno anche detto chiaramente visto che è diventato uno dei mantra più ricorrenti, proprio come dopo l'attentato dell'11 settembre, altra "svolta epocale").
Se non si abbatte questo caposaldo della "pantomima", prima di tutto dentro di sé, in ciò che riteniamo sia la reale natura dei virus, non si potrà mai arrivare ad alcunché di concreto, perché si resterà invischiati in una selva di false questioni come "mascherina sí o no", "disinfettante sí o no", ecc., che non portano assolutamente a nulla.
Non risulta forse abbastanza evidente come siano stati molto attenti a definire i dettagli del "contagio", dicendo ad esempio che tutti potremmo essere portatori sani del virus oppure "pazienti asintomatici" - due ossimori da primato!, il primo di lungo corso, il secondo di piú recente quanto "brillante" conio - e che perciò anche se ci si sente bene non bisogna uscire di casa per non rischiare di "infettare" gli altri, in modo da parare tutte le possibili obiezioni a qualcosa che non può non apparire del tutto illogico a chi non si faccia ipnotizzare dalla "göbbelsiana" ossessività martellante con cui viene ripetuto? E lo hanno fatto facendo leva, oltre che sulla paura di cui già si è detto in abbondanza, anche sul senso di colpa, cosicché chi non fosse vulnerabile alla prima, si creasse lo scrupolo per il secondo. Il resto, poi, lo fa la riprovazione sociale, il condizionamento che arriva fino a veri e proprî inviti alla delazione - non è forse dalla delazione che inizia ogni dittatura? - di cui ci sono già stati numerosi esempî un po' in tutta Italia, purtroppo solertemente raccolti.
Questa è pura "riprogrammazione sociale", qualcosa di studiato e pianificato molto in alto e da molto tempo, con la quale vogliono indurre le persone ad adottare i comportamenti piú opportuni per le Forze che stanno guidando questo cambiamento traumatico per mezzo della paura. (Da notare a questo proposito che l'effetto negativo di quest'ultima sulla salute è ben conosciuto anche dalla medicina che riconosce il c.d. "effetto nocebo", l'opposto, cioè, di quello "placebo", ben piú noto meccanismo di suggestione per il quale si possono avere, in determinati soggetti, benefici nel trattamento di alcune patologie da sostanze in realtà del tutto neutre biochimicamente).
Perché se si accettasse universalmente e consapevolmente che il virus non è vivo e che quindi il contagio - almeno a livello fisico - non esiste, chi accetterebbe piú di vaccinarsi?
Potrei scendere ulteriormente nel dettaglio della questione dal punto di vista "tecnico" ma poiché fra le regole del forum c'è anche quella che vieta di postare articoli "stile enciclopedia" mi astengo dal farlo - temendo peraltro di avervi già contravvenuto, ma non sapevo come altro esprimere certe cose - rimandando di nuovo eventuali approfondimenti, per chi fosse interessato, ad altra e separata sede.
Quanto accennato dovrebbe comunque aiutare a farsi un'idea di come la pretesa "pandemia" non sia che una messinscena su scala globale, cui non corrisponde nulla di effettivamente reale, se non la paura che ha generato a livello mondiale.
Quindi il punto è che le Forze in gioco non stanno semplicemente "approfittando" di un'occasione favorevole, ma questa occasione l'hanno creata con un capolavoro di illusionismo medico-mediatico.
E poi certo che l'epidemia ritornerà, lo stanno già dicendo:
Ricciardi (Oms): «La seconda ondata è una certezza»
https://www.ilsole24ore.com/art/coronav ... fresh_ce=1
Mi auguro, sebbene con scarsa speranza, in verità, che prima di gridare al "complottismo" - con un'etichetta comunque molto comoda e "facile" con cui viene liquidata qualsiasi divergenza dal Pensiero Unico, per molti versi già pienamente vigente, altroché - ci si vorrà soffermare a valutare bene gli argomenti che in questo intervento si è cercato di portare all'attenzione di chi legge.
Qualcuno avrà letto "1984" di George Orwell, credo. Nessuno vi ritrova molto di ciò che stanno facendo a livello istituzionale?
@Tsunki: ti ho inviato una mail con ulteriori considerazioni piú specifiche sulla visione della Pantera.
Mi scuso di nuovo per l'eccessiva lunghezza, ma ritenevo di dover rompere il silenzio su questo fondamentale argomento in maniera piú esauriente di quanto avessi già provato a fare.
- Tsunki
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Re: LA VISIONE DELLA PANTERA
Il rischio degli interventi molto lunghi è che non si capisca dove vadano a parare...
Ora a me succede questo leggendo il post di Andrea.
Cosa vuoi dimostrare?
- che i virus non sono esseri viventi e quindi non sono pericolosi? Se è così, prova a raccontarlo alle anime di coloro che sono morti di vaiolo o ne sono rimasti sfigurati (cosa al tempo meno grave per gli uomini - spesso era vista anche come un fascino - ma tremenda per le donne)
Inoltre non capisco proprio l'argomento: un vulcano non è un essere vivente ma è (alquanto) pericoloso
- che i virus non contagiano, ossia non passano da persona a persona perché non sono vivi? In tal caso sei un po'... disconnesso dalla realtà: raffreddore e influenza sono virus e ovviamente contagiano. E anche questo dovresti provare a dirlo alle vittime di vaiolo (primo virus per cui fu trovato il vaccino), che era - ahiloro - contagiosissimo!
I virus passano da persona a persona. Alcuni attraverso il sangue (l'epatite virale ad es.) altri purtroppo anche attraverso l'espettorato e quindi i droplets diffusi nell'aria da tosse e starnuti (come l'influenza) o trasferiti dalle mani sulle tue mani o su oggetti che toccherai (ancora l'influenza). Il Covid-19 è un'influenza e si trasmette così, prevedibilmente.
- che i virus non si riproducono perché non sono vivi? Non sono in grado di riprodursi direttamente, ma alterano il codice delle cellule che infettano costringendole a riprodurli e in tal modo fanno replicare cellule infette, cagionando la malattia.
- addirittura sembri dire che i virus non infettano perché non sono vivi. In che senso? La radioattività infetta (molto gravemente) le cellule, ma ovviamente non è viva. Anche l'arsenico ti intossica e non è vivo.
Nel senso che non possono avere l'intenzione di infettare? Molte entità non vive hanno degli intenti (o sembrano averli) e cercano di riprodursi o meglio di trovare ospiti che le riproducano, perfino i memi, nella teoria dei memi. In ogni caso, quale che sia l'intento, questo avviene.
Sciamani sanno che intento c'è in entità anche non viventi.
E per finire: non vivente non coincide con morto.
Ora a me succede questo leggendo il post di Andrea.
Cosa vuoi dimostrare?
- che i virus non sono esseri viventi e quindi non sono pericolosi? Se è così, prova a raccontarlo alle anime di coloro che sono morti di vaiolo o ne sono rimasti sfigurati (cosa al tempo meno grave per gli uomini - spesso era vista anche come un fascino - ma tremenda per le donne)
Inoltre non capisco proprio l'argomento: un vulcano non è un essere vivente ma è (alquanto) pericoloso
- che i virus non contagiano, ossia non passano da persona a persona perché non sono vivi? In tal caso sei un po'... disconnesso dalla realtà: raffreddore e influenza sono virus e ovviamente contagiano. E anche questo dovresti provare a dirlo alle vittime di vaiolo (primo virus per cui fu trovato il vaccino), che era - ahiloro - contagiosissimo!
I virus passano da persona a persona. Alcuni attraverso il sangue (l'epatite virale ad es.) altri purtroppo anche attraverso l'espettorato e quindi i droplets diffusi nell'aria da tosse e starnuti (come l'influenza) o trasferiti dalle mani sulle tue mani o su oggetti che toccherai (ancora l'influenza). Il Covid-19 è un'influenza e si trasmette così, prevedibilmente.
- che i virus non si riproducono perché non sono vivi? Non sono in grado di riprodursi direttamente, ma alterano il codice delle cellule che infettano costringendole a riprodurli e in tal modo fanno replicare cellule infette, cagionando la malattia.
- addirittura sembri dire che i virus non infettano perché non sono vivi. In che senso? La radioattività infetta (molto gravemente) le cellule, ma ovviamente non è viva. Anche l'arsenico ti intossica e non è vivo.
Nel senso che non possono avere l'intenzione di infettare? Molte entità non vive hanno degli intenti (o sembrano averli) e cercano di riprodursi o meglio di trovare ospiti che le riproducano, perfino i memi, nella teoria dei memi. In ogni caso, quale che sia l'intento, questo avviene.
Sciamani sanno che intento c'è in entità anche non viventi.
E per finire: non vivente non coincide con morto.
ánimo y fuerza
Tsunki
Tsunki
Re: LA VISIONE DELLA PANTERA
Cosa vuoi dimostrare?
Che, nella migliore delle ipotesi, la medicina non sa nemmeno ciò di cui parla. Nella peggiore, che lo fa in maniera fraudolenta. Ma pensavo fosse chiaro.
- che i virus non sono esseri viventi e quindi non sono pericolosi? Se è così, prova a raccontarlo alle anime di coloro che sono morti di vaiolo
Non dubito che siano morti di vaiolo anche perché in condizioni igieniche critiche, ma che il vaiolo, come qualunque altra malattia, sia contagioso. Il vaiolo è una malattia esantematica, come morbillo, scarlattina, rosolia. Lo sfogo cutaneo che le caratterizza non è che uno spurgo di tossine in uscita, e non andrebbe contrastato farmacologicamente, come neanche la semplice febbre, del resto.
- che i virus non contagiano, ossia non passano da persona a persona perché non sono vivi? In tal caso sei un po'... disconnesso dalla realtà: raffreddore e influenza sono virus e ovviamente contagiano.
Invece sono molto connesso con la realtà dei miei dieci anni di esperienza di pratica di Igiene Naturale e di attenzione al mio organismo, qualcosa di piú che concreto; dieci anni nei quali non ho piú nemmeno "preso" - perché la malattia si prende da "fuori", vero?, non sia mai detto che viene da dentro... - nemmeno la cosiddetta "influenza stagionale". Io conosco i virus come detriti cellulari endogeni, perché la malattia nasce appunto da dentro, non viene da fuori. Invece non contagiano, volendo con questo dire che non provocano malattia, anche se "passano da persona a persona", a meno che il passaggio non costituisca la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso in un organismo già carico di suo di tossine non eliminate, perché i virus si sommano per accumulo, non si moltiplicano per riproduzione. In effetti il contagio non so che cosa sia, visto che per anni ho lavorato in un'enorme azienda gomito a gomito con centinaia di colleghi che ogni inverno, e non solo, starnutivano, tossivano e avevano la febbre, senza che mi trasmettessero mai alcunché. Dopotutto devo essere davvero MOLTO fortunato, non l'avrei detto...
- I virus passano da persona a persona. Alcuni attraverso il sangue
È ovvio che se vengono iniettati direttamente nel sangue con una trasfusione il passaggio avviene, è addirittura lapalissiano. Ma lo stesso non è detto che ammali, se l'organismo che riceve quel sangue è sufficientemente "pulito". Altrimenti, come appena detto, possono con la loro presenza innescare l'inizio di un processo eliminativo che la medicina demonizza e chiama "malattia", per poi impedirne il naturale decorso per mezzo del consueto bombardamento farmacologico. Mi riferivo comunque a quelle che la medicina afferma essere le "normali" vie di contagio.
- altri purtroppo anche attraverso l'espettorato e quindi i droplets diffusi nell'aria da tosse e starnuti (come l'influenza) o trasferiti dalle mani sulle tue mani o su oggetti che toccherai (ancora l'influenza). Il Covid-19 è un'influenza e si trasmette così, prevedibilmente.
Questa è semplicemente la "vulgata" scientifica ordinaria che conosco a memoria, cioè proprio ciò che contesto.
- Non sono in grado di riprodursi direttamente, ma alterano il codice delle cellule che infettano costringendole a riprodurli e in tal modo fanno replicare cellule infette, cagionando la malattia.
Anche questa è un'affermazione strettamente aderente alla versione ufficiale e priva di prove reali, è un "dogma" scientistico, ed era già citata fra l'altro nel documento che ti ho inviato. Peccato che non esista un solo altro caso di "entità biologica" in grado di fare quello che la scienza dice riescano a fare i virus. Se i virus fossero ciò che dice la scienza avrebbero già estinto ogni altra forma di vita sul pianeta, perché nessuno avrebbe potuto fermarli, visto che, come saprai, in noi albergano miliardi di virus morti e di batterî vivi, senza che questo abbia decretato la nostra fine.
- addirittura sembri dire che i virus non infettano perché non sono vivi. In che senso? La radioattività infetta (molto gravemente) le cellule, ma ovviamente non è viva
Non infettano perché nessuno infetta, nemmeno i vivissimi batterî, che si limitano, semmai, ad accompagnare un'infezione in corso divorando proprio quei virus inerti cosí demonizzati dalla medicina, senza lontanamente esserne la causa. Non è corretto dire che la radioattività "infetta" perché si tratta di radiazioni ionizzanti emesse durante un processo di decadimento di nuclei atomici, non di un processo biologico. Sarebbe come dire che chi si scotta dopo un'eccessiva esposizione alla radiazione solare è stato "infettato" dal Sole. Però mentre la radioattività non ha natura organica, i virus invece la hanno. Ma essendo solo dei detriti di cellule morte non possono piú agire come esseri biologici, quindi è assurdo attribuirgli finalità biologiche come fa la medicina ufficiale.
- In ogni caso, quale che sia l'intento, questo avviene.
In apparenza, che però inganna.
- Sciamani sanno che intento c'è in entità anche non viventi.
Non ho negato questo. Nego che qualcosa di natura organica non piú biologicamente vitale possa perseguire finalità biologiche, che è un po' diverso.
- E per finire: non vivente non coincide con morto.
Appunto, come avevo già detto i virus sono detriti di cellule morte. È la medicina, non io, che parla di essi come se fossero "entità a metà tra la vita e la non vita". Che studiando i virus abbia scoperto gli tséntsak..?
Che, nella migliore delle ipotesi, la medicina non sa nemmeno ciò di cui parla. Nella peggiore, che lo fa in maniera fraudolenta. Ma pensavo fosse chiaro.
- che i virus non sono esseri viventi e quindi non sono pericolosi? Se è così, prova a raccontarlo alle anime di coloro che sono morti di vaiolo
Non dubito che siano morti di vaiolo anche perché in condizioni igieniche critiche, ma che il vaiolo, come qualunque altra malattia, sia contagioso. Il vaiolo è una malattia esantematica, come morbillo, scarlattina, rosolia. Lo sfogo cutaneo che le caratterizza non è che uno spurgo di tossine in uscita, e non andrebbe contrastato farmacologicamente, come neanche la semplice febbre, del resto.
- che i virus non contagiano, ossia non passano da persona a persona perché non sono vivi? In tal caso sei un po'... disconnesso dalla realtà: raffreddore e influenza sono virus e ovviamente contagiano.
Invece sono molto connesso con la realtà dei miei dieci anni di esperienza di pratica di Igiene Naturale e di attenzione al mio organismo, qualcosa di piú che concreto; dieci anni nei quali non ho piú nemmeno "preso" - perché la malattia si prende da "fuori", vero?, non sia mai detto che viene da dentro... - nemmeno la cosiddetta "influenza stagionale". Io conosco i virus come detriti cellulari endogeni, perché la malattia nasce appunto da dentro, non viene da fuori. Invece non contagiano, volendo con questo dire che non provocano malattia, anche se "passano da persona a persona", a meno che il passaggio non costituisca la proverbiale goccia che fa traboccare il vaso in un organismo già carico di suo di tossine non eliminate, perché i virus si sommano per accumulo, non si moltiplicano per riproduzione. In effetti il contagio non so che cosa sia, visto che per anni ho lavorato in un'enorme azienda gomito a gomito con centinaia di colleghi che ogni inverno, e non solo, starnutivano, tossivano e avevano la febbre, senza che mi trasmettessero mai alcunché. Dopotutto devo essere davvero MOLTO fortunato, non l'avrei detto...
- I virus passano da persona a persona. Alcuni attraverso il sangue
È ovvio che se vengono iniettati direttamente nel sangue con una trasfusione il passaggio avviene, è addirittura lapalissiano. Ma lo stesso non è detto che ammali, se l'organismo che riceve quel sangue è sufficientemente "pulito". Altrimenti, come appena detto, possono con la loro presenza innescare l'inizio di un processo eliminativo che la medicina demonizza e chiama "malattia", per poi impedirne il naturale decorso per mezzo del consueto bombardamento farmacologico. Mi riferivo comunque a quelle che la medicina afferma essere le "normali" vie di contagio.
- altri purtroppo anche attraverso l'espettorato e quindi i droplets diffusi nell'aria da tosse e starnuti (come l'influenza) o trasferiti dalle mani sulle tue mani o su oggetti che toccherai (ancora l'influenza). Il Covid-19 è un'influenza e si trasmette così, prevedibilmente.
Questa è semplicemente la "vulgata" scientifica ordinaria che conosco a memoria, cioè proprio ciò che contesto.
- Non sono in grado di riprodursi direttamente, ma alterano il codice delle cellule che infettano costringendole a riprodurli e in tal modo fanno replicare cellule infette, cagionando la malattia.
Anche questa è un'affermazione strettamente aderente alla versione ufficiale e priva di prove reali, è un "dogma" scientistico, ed era già citata fra l'altro nel documento che ti ho inviato. Peccato che non esista un solo altro caso di "entità biologica" in grado di fare quello che la scienza dice riescano a fare i virus. Se i virus fossero ciò che dice la scienza avrebbero già estinto ogni altra forma di vita sul pianeta, perché nessuno avrebbe potuto fermarli, visto che, come saprai, in noi albergano miliardi di virus morti e di batterî vivi, senza che questo abbia decretato la nostra fine.
- addirittura sembri dire che i virus non infettano perché non sono vivi. In che senso? La radioattività infetta (molto gravemente) le cellule, ma ovviamente non è viva
Non infettano perché nessuno infetta, nemmeno i vivissimi batterî, che si limitano, semmai, ad accompagnare un'infezione in corso divorando proprio quei virus inerti cosí demonizzati dalla medicina, senza lontanamente esserne la causa. Non è corretto dire che la radioattività "infetta" perché si tratta di radiazioni ionizzanti emesse durante un processo di decadimento di nuclei atomici, non di un processo biologico. Sarebbe come dire che chi si scotta dopo un'eccessiva esposizione alla radiazione solare è stato "infettato" dal Sole. Però mentre la radioattività non ha natura organica, i virus invece la hanno. Ma essendo solo dei detriti di cellule morte non possono piú agire come esseri biologici, quindi è assurdo attribuirgli finalità biologiche come fa la medicina ufficiale.
- In ogni caso, quale che sia l'intento, questo avviene.
In apparenza, che però inganna.
- Sciamani sanno che intento c'è in entità anche non viventi.
Non ho negato questo. Nego che qualcosa di natura organica non piú biologicamente vitale possa perseguire finalità biologiche, che è un po' diverso.
- E per finire: non vivente non coincide con morto.
Appunto, come avevo già detto i virus sono detriti di cellule morte. È la medicina, non io, che parla di essi come se fossero "entità a metà tra la vita e la non vita". Che studiando i virus abbia scoperto gli tséntsak..?
Re: LA VISIONE DELLA PANTERA
Andrea, come spieghi la strage che si consumò quando le popolazioni indigene del continente americano vennero per la prima volta in contatto con gli esploratori e colonizzatori europei, e furono contagiati da malattie per loro sconosciute?
Come spieghi le migliaia di vittime del Covid 19? Sai che si muore di Covid-19 proprio perché non esistono farmaci in grado di curare la malattia e si può unicamente ricorrere a misure di contenimento del contagio?
Sostanzialmente, non si può fare molto altro che lasciare che la malattia faccia il suo corso senza poter intervenire, se non per porre rimedio a quei danni che porterebbero (e per molti portano) alla morte in poche ore.
Come spieghi le migliaia di vittime del Covid 19? Sai che si muore di Covid-19 proprio perché non esistono farmaci in grado di curare la malattia e si può unicamente ricorrere a misure di contenimento del contagio?
Sostanzialmente, non si può fare molto altro che lasciare che la malattia faccia il suo corso senza poter intervenire, se non per porre rimedio a quei danni che porterebbero (e per molti portano) alla morte in poche ore.
Re: Ma i virus contagiano davvero?
Perché non hai ancora un figlio piccolo che va all'asilo o a scuola.... Fanne uno e poi me lo dici.Andrea D ha scritto: ↑mar 21 apr 2020, 22:32 . In effetti il contagio non so che cosa sia, visto che per anni ho lavorato in un'enorme azienda gomito a gomito con centinaia di colleghi che ogni inverno, e non solo, starnutivano, tossivano e avevano la febbre, senza che mi trasmettessero mai alcunché. Dopotutto devo essere davvero MOLTO fortunato, non l'avrei detto...
O, forse, ti sei dimenticato di quando lo sei stato.
Vanno comunque considerati una serie di fattori.
Senza nulla togliere ai tuoi studi, che non conosco, non capisco perché dovrebbero avere maggior valenza di anni ed anni di medicina, quindi di studi ed approfondimenti altrui, generalmente, supportati dai fatti.
Su cosa si basa questa certezza e come si applica nel concreto?
Nella pratica bisogna che ce ne sia un oggettivo e reale riscontro. Credo. Non penso sia sufficiente asserire che stando in mezzo a colleghi malati, tu, non ti ammali.
Quale sarebbe, quindi, questo metodo rivoluzionario per non ammalarsi?
An Ustu Muhari Tani
Re: Ma i virus contagiano davvero?
Ciao Romolo,
direi che sulle stragi degl'indigeni americani per malattie sconosciute vi sono due ordini di considerazioni da fare:
quelle del primo, concernono le condizioni di grande promiscuità che si vennero a creare già dal XVI secolo le quali portarono a loro volta allo sviluppo di condizioni igieniche terribili. Pare che nei porti, in particolare, vi fosse un enorme crogiuolo di genti diverse, e che nessuna regola igienica venisse rispettata. Niente igiene significa intossicazione diffusa, intossicazione diffusa significa malattia epidemica. Se infatti il tipo di intossicazione è lo stesso per una moltitudine di gente, poniamo, acqua inquinata da residui fecali per mancanza o insufficienza di strutture fognarie, si avrà un'epidemia (di colera, probabilmente) - cioè, letteralmente, un'affezione che colpisce un'intera popolazione - ma epidemia non è sinonimo di contagio. Il contagio è stato solo una deduzione sbagliata per un fenomeno reale. E una malattia da inquinamento non è in alcun modo trasmissibile. Soltanto colpisce un gran numero di persone in simultanea, e per questo può sembrarlo.
Il secondo ordine di considerazioni pertiene a fattori molto piú "sottili" ma non per questo meno reali, e cioè quelli inerenti - nel caso specifico degl'indigeni americani - alle ripercussioni "psicoemotive" ma direi meglio "animiche", che ebbe per loro il contatto traumatico con gl'invasori europei, che culminò con il crollo del loro mondo, della loro cultura, delle loro tradizioni, della loro stessa civiltà. La loro intera visione del mondo venne stravolta, e ciò che provarono dev'essere stato autentico terrore, panico. E il panico, come ha detto anche l'Uwishin, è estremamente pericoloso. Può letteralmente far ammalare e morire. Un panico cosí diffuso e "viscerale" può aver ben assunto le dimensioni di un'epidemia. E l'unica vera forma di contagio può essere questa. La paura impiega un istante a trasmettersi da una persona all'altra. Non credo che si debba sottovalutare questo fattore se si pensa al gran numero di morti che ci furono in un tempo tutto sommato relativamente limitato (dal 1492 agl'inizi dell'Ottocento, quando pare si contassero solo circa 250'000 nativi contro una cifra di partenza che, per quanto sia impossibile stimare con precisione, doveva aggirarsi nell'ordine di svariati milioni).
Quanto al covid-19 non ho molto da aggiungere a ciò che ho già scritto. Come tutti sappiamo ormai fino alla nausea esso viene classificato come un virus della "famiglia" dei coronavirus, la stessa attribuita a quelli del raffreddore. Ma per l'ottica da cui guardo a certe cose le "famiglie virali" sono indefinite, perché indefiniti sono i detriti cellulari endogeni che la medicina si "diverte" tanto, parrebbe, a classificare minuziosamente (e non ha che l'imbarazzo della scelta, perché questi detriti sono di tutte le forme: coroncine, vitine, spirali, bastoniciini, ecc. Aivoglia a sbizzarrirsi, la Mente ci sguazza! ). Non finiranno mai di classificarle, perché ogni organismo ne produce in continuazione, ed è un esercizio del tutto sterile e inutilmente snervante, paradigmatico di quella "qualità" della Mente che vuole tutto classificare, catalogare, e spaccare il capello in quattro su ogni minimo dettaglio, perdendo cosí la visione d'insieme. Le vittime da febbraio in poi si spiegano prima di tutto con il modo arbitrario e truffaldino di conteggiare i morti attribuendoli tutti al coronavirus anche quando la morte è sopraggiunta per tutt'altra causa, come infarto, tumore, ecc., e al netto di una certa percentuale che non so stimare di morti di "terror panico" mediaticamente diffuso fra le persone piú anziane e/o piú fragili, bisognerà vedere se alla fine non saranno sovrapponibili a quelli degli anni passati che vengono comunemente attribuiti alle complicazioni dell'"influenza stagionale". Ci si dimentica facilmente, inoltre, che anche negli anni scorsi furono lanciati allarmi simili per l'influenza stagionale, e anche in quei casi le regioni piú colpite furono Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.
https://disquisendo.wordpress.com/2020/03/16/758/
Ma preciso ancora: entrare in quest'ordine di considerazioni per me ha poco o nullo senso, dal momento che i virus sono veleni endogeni, ossia detriti cellulari che costituiscono causa di malattia solo in quanto si accumulano nell'organismo impedendo una normale eliminazione dei miliardi di rifiuti metabolici che ogni giorno dovrebbero essere smaltiti. Se questo, per le ragioni piú varie, non accade, nascono i problemi.
direi che sulle stragi degl'indigeni americani per malattie sconosciute vi sono due ordini di considerazioni da fare:
quelle del primo, concernono le condizioni di grande promiscuità che si vennero a creare già dal XVI secolo le quali portarono a loro volta allo sviluppo di condizioni igieniche terribili. Pare che nei porti, in particolare, vi fosse un enorme crogiuolo di genti diverse, e che nessuna regola igienica venisse rispettata. Niente igiene significa intossicazione diffusa, intossicazione diffusa significa malattia epidemica. Se infatti il tipo di intossicazione è lo stesso per una moltitudine di gente, poniamo, acqua inquinata da residui fecali per mancanza o insufficienza di strutture fognarie, si avrà un'epidemia (di colera, probabilmente) - cioè, letteralmente, un'affezione che colpisce un'intera popolazione - ma epidemia non è sinonimo di contagio. Il contagio è stato solo una deduzione sbagliata per un fenomeno reale. E una malattia da inquinamento non è in alcun modo trasmissibile. Soltanto colpisce un gran numero di persone in simultanea, e per questo può sembrarlo.
Il secondo ordine di considerazioni pertiene a fattori molto piú "sottili" ma non per questo meno reali, e cioè quelli inerenti - nel caso specifico degl'indigeni americani - alle ripercussioni "psicoemotive" ma direi meglio "animiche", che ebbe per loro il contatto traumatico con gl'invasori europei, che culminò con il crollo del loro mondo, della loro cultura, delle loro tradizioni, della loro stessa civiltà. La loro intera visione del mondo venne stravolta, e ciò che provarono dev'essere stato autentico terrore, panico. E il panico, come ha detto anche l'Uwishin, è estremamente pericoloso. Può letteralmente far ammalare e morire. Un panico cosí diffuso e "viscerale" può aver ben assunto le dimensioni di un'epidemia. E l'unica vera forma di contagio può essere questa. La paura impiega un istante a trasmettersi da una persona all'altra. Non credo che si debba sottovalutare questo fattore se si pensa al gran numero di morti che ci furono in un tempo tutto sommato relativamente limitato (dal 1492 agl'inizi dell'Ottocento, quando pare si contassero solo circa 250'000 nativi contro una cifra di partenza che, per quanto sia impossibile stimare con precisione, doveva aggirarsi nell'ordine di svariati milioni).
Quanto al covid-19 non ho molto da aggiungere a ciò che ho già scritto. Come tutti sappiamo ormai fino alla nausea esso viene classificato come un virus della "famiglia" dei coronavirus, la stessa attribuita a quelli del raffreddore. Ma per l'ottica da cui guardo a certe cose le "famiglie virali" sono indefinite, perché indefiniti sono i detriti cellulari endogeni che la medicina si "diverte" tanto, parrebbe, a classificare minuziosamente (e non ha che l'imbarazzo della scelta, perché questi detriti sono di tutte le forme: coroncine, vitine, spirali, bastoniciini, ecc. Aivoglia a sbizzarrirsi, la Mente ci sguazza! ). Non finiranno mai di classificarle, perché ogni organismo ne produce in continuazione, ed è un esercizio del tutto sterile e inutilmente snervante, paradigmatico di quella "qualità" della Mente che vuole tutto classificare, catalogare, e spaccare il capello in quattro su ogni minimo dettaglio, perdendo cosí la visione d'insieme. Le vittime da febbraio in poi si spiegano prima di tutto con il modo arbitrario e truffaldino di conteggiare i morti attribuendoli tutti al coronavirus anche quando la morte è sopraggiunta per tutt'altra causa, come infarto, tumore, ecc., e al netto di una certa percentuale che non so stimare di morti di "terror panico" mediaticamente diffuso fra le persone piú anziane e/o piú fragili, bisognerà vedere se alla fine non saranno sovrapponibili a quelli degli anni passati che vengono comunemente attribuiti alle complicazioni dell'"influenza stagionale". Ci si dimentica facilmente, inoltre, che anche negli anni scorsi furono lanciati allarmi simili per l'influenza stagionale, e anche in quei casi le regioni piú colpite furono Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.
https://disquisendo.wordpress.com/2020/03/16/758/
Ma preciso ancora: entrare in quest'ordine di considerazioni per me ha poco o nullo senso, dal momento che i virus sono veleni endogeni, ossia detriti cellulari che costituiscono causa di malattia solo in quanto si accumulano nell'organismo impedendo una normale eliminazione dei miliardi di rifiuti metabolici che ogni giorno dovrebbero essere smaltiti. Se questo, per le ragioni piú varie, non accade, nascono i problemi.
Re: Ma i virus contagiano davvero?
Perché non hai ancora un figlio piccolo che va all'asilo o a scuola.... Fanne uno e poi me lo dici.
O, forse, ti sei dimenticato di quando lo sei stato.
Mi ricordo di quand'ero bambino, e l'influenza me la prendevo spesso. Anche piú di una volta all'anno, perché avevo ciò che i medici chiamano "ricadute". Ma non ricordo, in effetti, di aver mai potuto riconoscere in qualcun altro il veicolo di trasmissione della malattia. Però ovviamente intorno a me tutti gli adulti dicevano "eh, te la deve aver attaccata qualcuno a scuola...". Ma questo per me non significa niente, se non che le persone si adagiano molto facilmente su convenzioni consolidate e condivise, ma non per questo necessariamente veritiere.
non capisco perché dovrebbero avere maggior valenza di anni ed anni di medicina, quindi di studi ed approfondimenti altrui, generalmente, supportati dai fatti.
Questo significa appellarsi a un astratto "principio di autorità" - oggi di fatto completamente usurpato e cui troppe volte non corrisponde un'effettiva preparazione specifica né, soprattutto, un'adeguata onestà intellettuale - secondo il quale siccome il dott. Tale e il prof. Talaltro hanno il "pezzo di carta" in mano e svariate baronie accademiche a ricasco, allora ciò che dicono deve per forza costituire il Verbo, indiscutibile e inattaccabile. Per me questo è dogmatismo, e basandosi su questo, non si potrà mai comprendere alcunché che esuli dalla stretta ortodossia scientistica che ora piú che mai impera nella nostra civiltà. Che siano "generalmente" supportati dai fatti poi è molto discutibile. Basta approfondire un minimo come vengono portati avanti e legittimati gli studi scientifici e a quali interessi rispondono.
Su cosa si basa questa certezza e come si applica nel concreto? Nella pratica bisogna che ce ne sia un oggettivo e reale riscontro.
Faccio notare che, per quel che può contare, la mia pratica non è figlia di un mio ghiribizzo estemporaneo e personalistico ma si rifà a una tradizione ben precisa che ho anche nominato: Igiene Naturale che, per quanto il nome sia alquanto infelice (mi fa pensare a maniaci dell'igiene o ad assistenti odontoiatrici... meglio magari la definizione inglese di "Health Science") designa un insieme di regole basilari per il mantenimento (o il recupero) di un buono stato di salute senza il ricorso ad alcunché di diverso da sane abitudini di vita che non comprendono solo l'alimentazione ma la respirazione, il moto, una disciplina "interiore", ecc., e con il bando totale di farmaci e vaccini, e contempla anche, tra i suoi "padri fondatori" personaggi come Arnold Ehret e Max Joseph von Pettenkofer (che tra l'altro avevano anche lo strano hobby di ingurgitare - sotto controllo medico e verifica notarile - bicchieri d'acqua ricolmi di vibrioni del colera, per dimostrare quanto errata fosse la superficiale "teoria del contagio" e dei germi come causa di malattia; "sorprendentemente" non morirono di colera). Assolutamente niente di "rivoluzionario", quindi. O forse oggi sí!
Non penso sia sufficiente asserire che stando in mezzo a colleghi malati, tu, non ti ammali.
Una rondine non fa primavera, è ovvio, ma se si approfondisce magari si scopre che siamo un bello "stormo", sia pure ancora esiguo rispetto alla gran massa della gente che aderisce al protocollo medico-scientistico. Però, viceversa, piacerebbe a me che qualcuno mi spiegasse perché, stando in mezzo a tanti colleghi malati, io non mi ammalo, infrangendo cosí, in maniera invero assai poco riguardosa, uno dei dogmi fondanti dell'augusta "scienza" medica moderna.
Alla fin fine, che vi devo dire? Per me questa è un'altra "strada nel bosco", per usare la metafora dell'Uwishín; quella della Medicina l'ho percorsa come tutti dalla nascita fino a dieci anni fa - sí perché non vorrei che si dimenticasse che ovviamente quella ordinaria ho dovuto percorrerla come tutti, visto che quando si nasce non si ha possibilità di scelta - ma mi ha portato solo in cespugli di rovi in cui ci si poteva solo graffiare, e dove non c'era via di uscita. Ne ho cercata un'altra e ne ho trovata una molto piú ampia, sgombra e che conduce in un'accogliente radura dove non vi sono né veleni, né farmaci - che etimologicamente è la stessa cosa... - né tantomeno vaccini (a meno che non provveda il "solerte" governo rendendoli obbligatorî per il bene della salute pubblica, è ovvio... ma in ogni caso non ci penso nemmeno), e questa è la mia esperienza.
Ritengo però che il dato fondamentale che andrebbe comunque considerato - al di là della pur legittima ricerca di eventuali "falle" in sistemi alternativi - sono le indiscutibili contraddizioni interne al "sistema" medico ufficiale dove i virus sono alternativamente vivi oppure no, oppure ancora sono qualcosa a metà strada tra l'una e l'altra - e vorrei ricordare che non parliamo di sciamanesimo o di metafisica, ma di una disciplina che pretende di essere scientifica e quindi oggettiva e univoca. Ad essa, quindi, l'onere della coerenza. Se questa viene a mancare in modo tanto clamoroso ci si dovrebbe chiedere su quali basi di autorevolezza essa possa di fatto dettare ai governi di tutto il mondo provvedimenti coercitivi che nessuno prima d'ora avrebbe mai accettato, agendo sulla paura come un grimaldello che scardina le coscienze facendo dimenticare ogni altra considerazione.
Poi ognuno decide in cosa vuol credere e per quali ragioni lo fa; io decido di farlo in ciò che sperimento.
O, forse, ti sei dimenticato di quando lo sei stato.
Mi ricordo di quand'ero bambino, e l'influenza me la prendevo spesso. Anche piú di una volta all'anno, perché avevo ciò che i medici chiamano "ricadute". Ma non ricordo, in effetti, di aver mai potuto riconoscere in qualcun altro il veicolo di trasmissione della malattia. Però ovviamente intorno a me tutti gli adulti dicevano "eh, te la deve aver attaccata qualcuno a scuola...". Ma questo per me non significa niente, se non che le persone si adagiano molto facilmente su convenzioni consolidate e condivise, ma non per questo necessariamente veritiere.
non capisco perché dovrebbero avere maggior valenza di anni ed anni di medicina, quindi di studi ed approfondimenti altrui, generalmente, supportati dai fatti.
Questo significa appellarsi a un astratto "principio di autorità" - oggi di fatto completamente usurpato e cui troppe volte non corrisponde un'effettiva preparazione specifica né, soprattutto, un'adeguata onestà intellettuale - secondo il quale siccome il dott. Tale e il prof. Talaltro hanno il "pezzo di carta" in mano e svariate baronie accademiche a ricasco, allora ciò che dicono deve per forza costituire il Verbo, indiscutibile e inattaccabile. Per me questo è dogmatismo, e basandosi su questo, non si potrà mai comprendere alcunché che esuli dalla stretta ortodossia scientistica che ora piú che mai impera nella nostra civiltà. Che siano "generalmente" supportati dai fatti poi è molto discutibile. Basta approfondire un minimo come vengono portati avanti e legittimati gli studi scientifici e a quali interessi rispondono.
Su cosa si basa questa certezza e come si applica nel concreto? Nella pratica bisogna che ce ne sia un oggettivo e reale riscontro.
Faccio notare che, per quel che può contare, la mia pratica non è figlia di un mio ghiribizzo estemporaneo e personalistico ma si rifà a una tradizione ben precisa che ho anche nominato: Igiene Naturale che, per quanto il nome sia alquanto infelice (mi fa pensare a maniaci dell'igiene o ad assistenti odontoiatrici... meglio magari la definizione inglese di "Health Science") designa un insieme di regole basilari per il mantenimento (o il recupero) di un buono stato di salute senza il ricorso ad alcunché di diverso da sane abitudini di vita che non comprendono solo l'alimentazione ma la respirazione, il moto, una disciplina "interiore", ecc., e con il bando totale di farmaci e vaccini, e contempla anche, tra i suoi "padri fondatori" personaggi come Arnold Ehret e Max Joseph von Pettenkofer (che tra l'altro avevano anche lo strano hobby di ingurgitare - sotto controllo medico e verifica notarile - bicchieri d'acqua ricolmi di vibrioni del colera, per dimostrare quanto errata fosse la superficiale "teoria del contagio" e dei germi come causa di malattia; "sorprendentemente" non morirono di colera). Assolutamente niente di "rivoluzionario", quindi. O forse oggi sí!
Non penso sia sufficiente asserire che stando in mezzo a colleghi malati, tu, non ti ammali.
Una rondine non fa primavera, è ovvio, ma se si approfondisce magari si scopre che siamo un bello "stormo", sia pure ancora esiguo rispetto alla gran massa della gente che aderisce al protocollo medico-scientistico. Però, viceversa, piacerebbe a me che qualcuno mi spiegasse perché, stando in mezzo a tanti colleghi malati, io non mi ammalo, infrangendo cosí, in maniera invero assai poco riguardosa, uno dei dogmi fondanti dell'augusta "scienza" medica moderna.
Alla fin fine, che vi devo dire? Per me questa è un'altra "strada nel bosco", per usare la metafora dell'Uwishín; quella della Medicina l'ho percorsa come tutti dalla nascita fino a dieci anni fa - sí perché non vorrei che si dimenticasse che ovviamente quella ordinaria ho dovuto percorrerla come tutti, visto che quando si nasce non si ha possibilità di scelta - ma mi ha portato solo in cespugli di rovi in cui ci si poteva solo graffiare, e dove non c'era via di uscita. Ne ho cercata un'altra e ne ho trovata una molto piú ampia, sgombra e che conduce in un'accogliente radura dove non vi sono né veleni, né farmaci - che etimologicamente è la stessa cosa... - né tantomeno vaccini (a meno che non provveda il "solerte" governo rendendoli obbligatorî per il bene della salute pubblica, è ovvio... ma in ogni caso non ci penso nemmeno), e questa è la mia esperienza.
Ritengo però che il dato fondamentale che andrebbe comunque considerato - al di là della pur legittima ricerca di eventuali "falle" in sistemi alternativi - sono le indiscutibili contraddizioni interne al "sistema" medico ufficiale dove i virus sono alternativamente vivi oppure no, oppure ancora sono qualcosa a metà strada tra l'una e l'altra - e vorrei ricordare che non parliamo di sciamanesimo o di metafisica, ma di una disciplina che pretende di essere scientifica e quindi oggettiva e univoca. Ad essa, quindi, l'onere della coerenza. Se questa viene a mancare in modo tanto clamoroso ci si dovrebbe chiedere su quali basi di autorevolezza essa possa di fatto dettare ai governi di tutto il mondo provvedimenti coercitivi che nessuno prima d'ora avrebbe mai accettato, agendo sulla paura come un grimaldello che scardina le coscienze facendo dimenticare ogni altra considerazione.
Poi ognuno decide in cosa vuol credere e per quali ragioni lo fa; io decido di farlo in ciò che sperimento.
Re: Ma i virus contagiano davvero?
Andrea,
cosa suggerisci di fare per evitare di ammalarsi o per guarire da questa malattia?
cosa suggerisci di fare per evitare di ammalarsi o per guarire da questa malattia?
- Tsunki
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Re: Ma i virus contagiano davvero?
No, non lo è.
Se uno è un terrapiattista, siccome ha delle convinzioni... diciamo insolite, deve dire chiaramente "credo che la Terra sia piatta come una focaccia" e non darlo per implicito in mezzo a un lungo discorso involuto. Altrimenti alle persone vengono dei dubbi...
Infatti c'è chi mi ha scritto: ma crede davvero questo, ho capito giusto?
Per il resto, mi pare che in mezzo a un mare di parole, ciò che proverebbe che i virus non sono contagiosi è che tu non prendi l'influenza!
Scusa, ma fa un po' ridere!
Neanch'io prendo mai l'influenza e neppure mio padre la prendeva (mia mamma invece sì).
Il che però non è tanto strano, l'influenza è un virus che colpisce soprattutto i bambini e gli anziani, quelli con altre malattie e chi ha il sistema immunitario debole (magari temporaneamente).
Tu sei come uno che vive in... Svizzera - dove ladri praticamente non ce ne sono, tranne qualche zingarello - ha una bella casa con la porta blindata, vive tranquillissimo e conclude: "i ladri non esistono, sono un'invenzione dei giornali!"
Certo, lo zingarello al massimo scassina una porticina, la tua non la sa aprire. Bella forza!
Prova ad andare a farti la casa in qualche bel posto del Brasile, dove i ladri ti sfondano il portone col camion corazzato e ti falciano a raffiche di mitra solo per rapinarti di 200 dollari! Poi vediamo se, mentre voli nell'Aldilà, credi ancora che i ladri sono un'invenzione!
In altre parole, queste teorie peregrine vengono fuori solo in un modo ultra-protetto come l'Europa moderna, dove l'infezione più pericolosa normalmente è... l'influenza. E quando c'è un pericolo eccezionale è ancora... un'influenza (Covid-19)!
Nessuno, proprio nessuno, si sognava di dire cose simili quando c'era il vaiolo!
Altrimenti ti avrei detto: prova a convivere insieme con un malato di vaiolo e dimostrami che non è contagioso!
Ma... guarda caso, il vaiolo non c'è, è stato eradicato (dai vaccini... ).
Francamente, ho il sospetto che tu non sia mai uscito dall'Europa, forse neppure dall'Italia, e quindi puoi farti simili idee, rischiando... niente. Perché la tua idea di pericolo, è... un raffreddore!
A parte le facili battute, la resistenza a infezioni assai poco virulente non dimostra niente.
Vai in Congo ed esponiti all'ebola, poi ne riparliamo.
Oppure anche solo vai in Amazzonia e visto che dai tuoi lunghi discorsi mi par di capire che neanche i batteri contagiano...( ma allora perché hai insistito per dimostrare che i virus, siccome non sono vivi, non possono essere contagiosi , se tanto neppure i batteri - vivi - contagiano? )
Comunque sia, dato che neanche i batteri contagiano, vai nella giungla dove per un taglietto a un piede il polpaccio ti si gonfia come un otre e dimostrami che non ti viene un'infezione e antibiotici non ti servono perché il tuo sangue è... pulito.
O vai in qualche zona col dengue o, almeno... un po' di malaria!
Qui da noi, potresti forse esporti al tetano... vediamo!
Potrei scommettere che ai primi crampi del tetano, imploreresti per il vaccino.... ma stiamo a vedere.
Fino a che non fai nessuna di queste cose e le tue prove sono... la resistenza a influenza e raffreddore , questi discorsi restano solo dei giochetti per bambini (europei) viziati.
____
Ciò detto, vorrei dire qualcosa non a te, Andrea, ma agli altri lettori del Forum, anche in vista del Cerchio di sabato sulla Paura. Qualcosa che questa discussione mi dà l'occasione di far notare.
O lo scriverò qui o giro un breve video. Comunque lo indicherò qua sotto.
Gracias a todo el mundo!
ánimo y fuerza
Tsunki
Tsunki
Re: Ma i virus contagiano davvero?
Mi ammalo molto di più, adesso, da che mio figlio ha iniziato l'asilo, di influenze varie, di quanto abbia mai fatto da superata infanzia; e sempre in concomitanza. Eppure, oggi vivo in un posto in Natura, certamente più pulito e salubre della metropoli. Non ci sono fast food, non vado al ristorante, non fumo, non bevo, non ho dipendenze, cammino su terreno irregolare, mangio bene e sto attenta, esattamente come qualche anno fa, se non meglio.
Sono però "più grande" di età ed ho un "untore seriale" in casa (lol) che sta calibrando il suo di sistema immunitario.
Non è un caso.
Anch'io ho fatto alcuni anni senza un raffreddore ma, ripeto, diversi fattori hanno incidenza.
Due mesi fa i bambini in scuole ed asili si contavano sulle dita di una mano, una "strage" visto che ci sono classi miste ed i bambini di tutte le età prendono i medesimi scuolabus; influenze strane (forse anche Covid secondo me), una dietro l'altra e noi genitori appresso.
Come spiega il fenomeno l' "Igiene Naturale"?
Suggestione collettiva del sistema metabolico?
No. Non ho detto che "quello che dici vale meno perché non sei laureato" ma per quale motivo dovrebbe valere di più. Non sto anteponendo alcuna autorità, tanto meno mettendo in dubbio intelligenza, cultura ne quant'altro, basandomi sui titoli di studio. Non ho ne Diploma, ne Laurea, quindi posso ritenermi, la prima, al di fuori di ogni classismo. Però, sono un essere pensante (eventualmente può scioccarti ma è così) ed in quanto tale, ho modo di capire la differenza tra teoria e pratica, basandomi su quello che ho visto e vissuto, che poi è il parametro più alla mia portata, proprio in virtù del fatto che non ho studi, ne competenze adeguate, per definire chi sa davvero cosa; ed ho l'umiltà necessaria per comprendere che, piaccia o meno, che c'è una gerarchia del sapere e dell'esperienza.
Questo significa appellarsi a un astratto "principio di autorità" - secondo il quale siccome il dott. Tale e il prof. Talaltro hanno il "pezzo di carta" ......
Negare questo è come intendere che uno studioso, universitario o specializzando ne sappia più di un medico con anni d' esperienza, o che un apprendista, allievo, ne sappia più di uno Sciamano.
Per carità può esserci talento e predisposizione ma competenza ed esperienza sono fondamentali. Non mi farei operare da uno studente universitario, onestamente.
Aldilà di tutto bisogna anche essere realistici ed obiettivi.
Si, invece, "supportati da fatti" perché un medico oltre alla teoria che studia sui libri, fa, deve fare...i fatti ed ha dei pazienti davanti. Non se la canta e se la sona da solo.
Io non sono una fan accanita di scienza e medicina e non credo a tutto quello che mi viene propinato. Ascolto, pondero e scelgo. So perfettamente che in una società, gli interessi economici, politici e quant'altro hanno una grossa incidenza sul comportamento umano ma tutto questo complottismo continuo ed assoluto, inizia ad essere la scusa per ogni cosa e stufa abbastanza.
"La Paura è come un veleno, in piccole dosi ti cura, se troppa ti uccide" (Tsunki).
Faccio notare che, per quel che può contare, la mia pratica non è figlia di un mio ghiribizzo estemporaneo e personalistico ma si rifà a una tradizione ben precisa che ho .....
Questo si applica a quello che dici.
Quella di ingurgitare o iniettarsi del veleno è pratica nota. Proprio per svilupparne antidoti ed immunità. Lo fanno anche alcuni avventurieri che conducono documentari estremi, come sfida. Qualcuno ci ha anche lasciato le penne. Farmaci e vaccini adottano lo stesso principio.
Come dici tu stesso, i sopracitati lo facevano sotto controllo medico, eh beh.
Ma comunque nessuno, nemmeno tu, puoi sapere come si svolgevano effettivamente queste pratiche. Gli studi fanno questo, ti dicono quello che ti vogliono dire, emerge quello che si vuol far emergere, sia che parli di igiene naturale che di medicina tradizionale, che di Spiriti.
L'unico modo che uno ha di vedere e comprendere è vivere le cose in modo diretto e sarà sempre e comunque diverso per ognuno. La verità non è mai una sola.
Tu la spiegazione sul fenomeno del contagio non l'hai data, hai ridotto il tutto alla conduzione di una vita non sana e ad un difetto di smaltimento metabolico di tali detriti. Hai detto tutto e niente.
Una rondine non fa primavera, è ovvio, ma se si approfondisce magari si scopre che siamo un bello "stormo", ......
Sulla conduzione di vita altrui mi pare sia chiaro che possa incidere sullo stato di reattività dell'organismo ma anche lo stato emotivo incide, così l'età, cosi come i geni e quindi la Stirpe e, di fatto, tu non puoi sapere se le persone conducono o meno vita sana.
Con Sciamanismo siamo maggiormente consapevoli delle origini e di come si sviluppano le malattie ma disprezzare la medicina che fa, comunque, parte di questa Realtà, come se avesse fondamento solo perché "la massa" glielo da, a prescindere, equivale a sminuire l'esperienza di vita e malattia altrui, l'intelligenza altrui, lavoro, sacrifici e dedizione di molti medici, nonché pessima medicina, a mio avviso, visto che Spiriti agiscono in questa realtà tramite Sciamani e Dottori, aiutando le persone, salvando vite. Che poi vi siano eccezioni è indiscusso.
Che siate in due o in centomila non cambia nulla.
Non è una gara.
E concludo perché diventa tedioso per chi legge, che qui non si mette in dubbio alcuna medicina o sapere "alternativo" ma come in tutte le cose ci vuole conoscenza, coscienza, esperienza, nonché capacità ed intelligenza nel saper integrare, senza demonizzare nulla per partito preso. Altrimenti diventa estremismo.
An Ustu Muhari Tani
Re: Ma i virus contagiano davvero?
Autocitazione:
Perché se si accettasse universalmente e consapevolmente che IL VIRUS NON È VIVO E CHE QUINDI IL CONTAGIO - ALMENO A LIVELLO FISICO - NON ESISTE , chi accetterebbe piú di vaccinarsi?
Hai ragione, non era abbastanza chiaro... nell'originale non avevo messo le maiuscole...
Infatti c'è chi mi ha scritto: ma crede davvero questo, ho capito giusto?
È singolare che qualcuno interpelli te "dietro le quinte" per sapere che cosa credo io, invece di leggere bene e magari intervenire nella discussione per dire la sua o fare domande come ha fatto Romolo. Ma forse qui funziona cosí.
Per il resto, mi pare che in mezzo a un mare di parole, ciò che proverebbe che i virus non sono contagiosi è che tu non prendi l'influenza!
Quello che potevo spiegare ho provato a farlo. Qui sono tutti perfettamente in grado di fare ricerche per conto proprio, caso mai lo volessero. Sono esperienze che uno deve fare di persona, parlandone non si può che banalizzarle, come stai facendo di proposito tu. Inoltre il mio intervento non aveva lo scopo di fare proselitismo ma prendeva spunto dal racconto della tua visione, per dire che la "recita" inizia dal dato fondamentale del virus come "non vivente" cui però vengono attribuite caratteristiche proprie dei viventi (il punto centrale è questo, la falsificazione ideologica è questa, l'ho anche sottolineato in chiusura del precedente intervento, ma vedo che la cosa non ti interessa. Chissà perché?).
Poi mi sono state fatte domande e a quelle ho risposto parlando di ciò che ho applicato per me (senza di certo averlo inventato io).
E ho trovato davvero umoristico che tu abbia tirato in ballo lo sciamanesimo per spiegare le contraddizioni logiche della medicina ufficiale! Sarebbe come se un astrofisico, per spiegare la costituzione di una stella, ricorresse all'Astrologia! Sei sicuro che la medicina accetterebbe il tuo "soccorso"? Dal momento che per la medicina psichiatrica sciamani sono schizofrenici, perché "sentono voci" e "sono convinti" di parlare con Spiriti, credo che ne farebbe volentieri a meno. Si è sempre il "picchiatello" di qualcun altro, evidentemente. Tu rivendichi il diritto di poterti contraddire perché non sei un filosofo - ma in certi casi, come questo, non si direbbe, visto che sembri piú cartesiano di Cartesio - ma la medicina non può farlo, perché data la sua natura iperrazionalistica è ancor piú vincolata al principio di non contraddizione di quanto lo sia un filosofo. Quindi se un'enciclopedia dice che il virus è vivo, un'altra che non lo è, e una terza che un po' lo è e un po' no, allora vuol dire che la medicina è una scienza dai piedi di argilla, che si fonda su una mistificazione globale perché in tutto il mondo viene insegnato lo stesso dogma. Una persona minimamente obiettiva e priva di pregiudizî si farebbe quantomento sfiorare da qualche dubbio facendosi un po' di domande. Una dogmatica, invece, ignora tutte le contraddizioni fastidiose come mosche, e si appiattisce sulla versione ufficiale. Ma l'obiettività è assai rara, in effetti.
A parte le facili battute
Questo è l'unico spezzone di frase con cui concordo.
dai tuoi lunghi discorsi mi par di capire che neanche i batteri contagiano...( ma allora perché hai insistito per dimostrare che i virus, siccome non sono vivi, non possono essere contagiosi , se tanto neppure i batteri - vivi - contagiano? )
Questo è un paralogismo, che, inevitabilmente non centra il bersaglio, anche se cerca di dare l'impressione di farlo.
L'insistenza sui virus è dovuta prima di tutto al fatto che siamo in piena "emergenza" Covid-19, e i "bene informati" dicono che esso sia un virus! Quindi non è che vado a iniziare un discorso su un virus parlando dei batterî! Questi ultimi li ho citati solo per dire che NEMMENO essi, che pure sono vivi, contagiano. Non mi pare difficile...
Comunque sia, dato che neanche i batteri contagiano, vai nella giungla dove per un taglietto a un piede il polpaccio ti si gonfia come un otre e dimostrami che non ti viene un'infezione e antibiotici non ti servono perché il tuo sangue è... pulito.
Ma che "contagio" è se mi ferisco?! Se mi ferisco, in un ambiente pieno di fonti batteriche, i batterî si precipiteranno su quella deliziosa fonte di nutrimento e inizieranno a servirsi, e in condizioni igieniche critiche un loro proliferare incontrollato causa problemi che normalmente non si verificano (ma invece degli antibiotici sarebbe molto meglio pulire subito accuratamente la ferita e fasciarla per bene). Ma che bella scoperta! Perché i batterî sono vivi e mangiano. Ma non ha nulla a che vedere con il contagio da persona a persona, che è quello di cui si sta parlando qui!
Fino a che non fai nessuna di queste cose e le tue prove sono... la resistenza a influenza e raffreddore , questi discorsi restano solo dei giochetti per bambini (europei) viziati.
Ma sí, ero sicuro di questa uscita, per te son tutti bambini viziati. Io comunque non ho bisogno di "portare prove", e non era questa l'origine della discussione, ma la pantomima sanitaria globale basata su un'informazione falsa, e che ha in pochi giorni annullato i pú basilari diritti individuali. QUESTO era il punto di inizio, ma a quanto pare è solo un dettaglio, qui. Di quella le prove sono le contraddizioni colossali delle varie fonti ufficiali, che ho portato, raccolto e offerto di mostrare a chiunque ne avesse fatto richiesta. Di tutto il resto, le prove ognuno se le cerchi da sé, se gli aggrada. Io sono partito sperimentando e applicando principî di cui ho verificato la validità, cosa che può fare chiunque... non appena inizia a essere meno dogmatico.
O vai in qualche zona col dengue o, almeno... un po' di malaria!
Dengue e malaria sono malattie trasmesse da punture di zanzara. La seconda è pure dovuta a protozoi, che non sono né virus né batterî, ed essendo una parassitosi, non rientra affatto nella tipologia di ciò di cui si sta parlando qui. I parassiti esistono, sono vivi e sono pericolosi. Stai mischiando le pere con le mele, come hai già fatto l'altra volta mischiando le mele del contagio con le pere della radioattività. Cos'è, uno scherzo da sciamano..?
Ma... guarda caso, il vaiolo non c'è, è stato eradicato (dai vaccini... ).
Tu pensi che sia stato eradicato dai vaccini, Montanari, che di vaccini ne sa di sicuro molto piú di te, ha un parere molto diverso:
Importanti epidemie di malattie infettive si verificano anche in comunità completamente o quasi completamente vaccinate, ad ulteriore dimostrazione che l’equivalenza VACCINAZIONE=IMMUNIZZAZIONE non è verificata. Se ne deduce che l’esclusione dei non vaccinati dalle comunità non comporta l’assenza della circolazione di malattie
Ma già, Montanari è un farmacista pazzo, quindi cosa conta ciò che dice..? In questo caso la sua esperienza non vale nulla, no?
E non è neanche uno della "mia" parte, visto che sostiene la teoria del contagio.
Cosí come sicuramente piú di te ne sanno il virologo Stefan Lanka e il microbiologo Peter Duesberg, che negano rispettivamente l'esistenza dei virus di Morbillo e AIDS. Ma siccome dopo averne dimostrato l'inesistenza e la totale infondatezza della comune teoria virale sono stati ostracizzati dalla comunità scientifica, allora sono classificabili come "pazzi" anche loro. E siccome, poi, Butac, cui sei - significativamente - abbonato non ha mancato di provare a "normalizzare" il tutto, sicuramente dirai che non conta niente neanche ciò che dicono loro. Sempre perché c'è gente che vede "complotti" dappertutto. Peccato che ci sia anche chi i complotti li ordisce.
Ah, a proposito: ho uno zio paterno che vive in Brasile, emigrato tanti anni fa, prima a San Paolo, dove andai a trovarlo, ora a Rio. Anni fa ha subíto un tentativo di rapina davanti a casa sua da due ragazzi armati che lo hanno minacciato di morte, e che sicuramente, una volta in casa, avrebbero ucciso lui e la sua domestica. Ma siccome era armato anche lui, è stato piú veloce e ne ha ucciso uno. L'altro è scappato. Questo solo per dire che qualche volta fuori dall'Italia ci sono andato persino io, e che non c'è bisogno che tu perda tempo a spiegare come vanno le cose in certi posti.
Perché se si accettasse universalmente e consapevolmente che IL VIRUS NON È VIVO E CHE QUINDI IL CONTAGIO - ALMENO A LIVELLO FISICO - NON ESISTE , chi accetterebbe piú di vaccinarsi?
Hai ragione, non era abbastanza chiaro... nell'originale non avevo messo le maiuscole...
Infatti c'è chi mi ha scritto: ma crede davvero questo, ho capito giusto?
È singolare che qualcuno interpelli te "dietro le quinte" per sapere che cosa credo io, invece di leggere bene e magari intervenire nella discussione per dire la sua o fare domande come ha fatto Romolo. Ma forse qui funziona cosí.
Per il resto, mi pare che in mezzo a un mare di parole, ciò che proverebbe che i virus non sono contagiosi è che tu non prendi l'influenza!
Quello che potevo spiegare ho provato a farlo. Qui sono tutti perfettamente in grado di fare ricerche per conto proprio, caso mai lo volessero. Sono esperienze che uno deve fare di persona, parlandone non si può che banalizzarle, come stai facendo di proposito tu. Inoltre il mio intervento non aveva lo scopo di fare proselitismo ma prendeva spunto dal racconto della tua visione, per dire che la "recita" inizia dal dato fondamentale del virus come "non vivente" cui però vengono attribuite caratteristiche proprie dei viventi (il punto centrale è questo, la falsificazione ideologica è questa, l'ho anche sottolineato in chiusura del precedente intervento, ma vedo che la cosa non ti interessa. Chissà perché?).
Poi mi sono state fatte domande e a quelle ho risposto parlando di ciò che ho applicato per me (senza di certo averlo inventato io).
E ho trovato davvero umoristico che tu abbia tirato in ballo lo sciamanesimo per spiegare le contraddizioni logiche della medicina ufficiale! Sarebbe come se un astrofisico, per spiegare la costituzione di una stella, ricorresse all'Astrologia! Sei sicuro che la medicina accetterebbe il tuo "soccorso"? Dal momento che per la medicina psichiatrica sciamani sono schizofrenici, perché "sentono voci" e "sono convinti" di parlare con Spiriti, credo che ne farebbe volentieri a meno. Si è sempre il "picchiatello" di qualcun altro, evidentemente. Tu rivendichi il diritto di poterti contraddire perché non sei un filosofo - ma in certi casi, come questo, non si direbbe, visto che sembri piú cartesiano di Cartesio - ma la medicina non può farlo, perché data la sua natura iperrazionalistica è ancor piú vincolata al principio di non contraddizione di quanto lo sia un filosofo. Quindi se un'enciclopedia dice che il virus è vivo, un'altra che non lo è, e una terza che un po' lo è e un po' no, allora vuol dire che la medicina è una scienza dai piedi di argilla, che si fonda su una mistificazione globale perché in tutto il mondo viene insegnato lo stesso dogma. Una persona minimamente obiettiva e priva di pregiudizî si farebbe quantomento sfiorare da qualche dubbio facendosi un po' di domande. Una dogmatica, invece, ignora tutte le contraddizioni fastidiose come mosche, e si appiattisce sulla versione ufficiale. Ma l'obiettività è assai rara, in effetti.
A parte le facili battute
Questo è l'unico spezzone di frase con cui concordo.
dai tuoi lunghi discorsi mi par di capire che neanche i batteri contagiano...( ma allora perché hai insistito per dimostrare che i virus, siccome non sono vivi, non possono essere contagiosi , se tanto neppure i batteri - vivi - contagiano? )
Questo è un paralogismo, che, inevitabilmente non centra il bersaglio, anche se cerca di dare l'impressione di farlo.
L'insistenza sui virus è dovuta prima di tutto al fatto che siamo in piena "emergenza" Covid-19, e i "bene informati" dicono che esso sia un virus! Quindi non è che vado a iniziare un discorso su un virus parlando dei batterî! Questi ultimi li ho citati solo per dire che NEMMENO essi, che pure sono vivi, contagiano. Non mi pare difficile...
Comunque sia, dato che neanche i batteri contagiano, vai nella giungla dove per un taglietto a un piede il polpaccio ti si gonfia come un otre e dimostrami che non ti viene un'infezione e antibiotici non ti servono perché il tuo sangue è... pulito.
Ma che "contagio" è se mi ferisco?! Se mi ferisco, in un ambiente pieno di fonti batteriche, i batterî si precipiteranno su quella deliziosa fonte di nutrimento e inizieranno a servirsi, e in condizioni igieniche critiche un loro proliferare incontrollato causa problemi che normalmente non si verificano (ma invece degli antibiotici sarebbe molto meglio pulire subito accuratamente la ferita e fasciarla per bene). Ma che bella scoperta! Perché i batterî sono vivi e mangiano. Ma non ha nulla a che vedere con il contagio da persona a persona, che è quello di cui si sta parlando qui!
Fino a che non fai nessuna di queste cose e le tue prove sono... la resistenza a influenza e raffreddore , questi discorsi restano solo dei giochetti per bambini (europei) viziati.
Ma sí, ero sicuro di questa uscita, per te son tutti bambini viziati. Io comunque non ho bisogno di "portare prove", e non era questa l'origine della discussione, ma la pantomima sanitaria globale basata su un'informazione falsa, e che ha in pochi giorni annullato i pú basilari diritti individuali. QUESTO era il punto di inizio, ma a quanto pare è solo un dettaglio, qui. Di quella le prove sono le contraddizioni colossali delle varie fonti ufficiali, che ho portato, raccolto e offerto di mostrare a chiunque ne avesse fatto richiesta. Di tutto il resto, le prove ognuno se le cerchi da sé, se gli aggrada. Io sono partito sperimentando e applicando principî di cui ho verificato la validità, cosa che può fare chiunque... non appena inizia a essere meno dogmatico.
O vai in qualche zona col dengue o, almeno... un po' di malaria!
Dengue e malaria sono malattie trasmesse da punture di zanzara. La seconda è pure dovuta a protozoi, che non sono né virus né batterî, ed essendo una parassitosi, non rientra affatto nella tipologia di ciò di cui si sta parlando qui. I parassiti esistono, sono vivi e sono pericolosi. Stai mischiando le pere con le mele, come hai già fatto l'altra volta mischiando le mele del contagio con le pere della radioattività. Cos'è, uno scherzo da sciamano..?
Ma... guarda caso, il vaiolo non c'è, è stato eradicato (dai vaccini... ).
Tu pensi che sia stato eradicato dai vaccini, Montanari, che di vaccini ne sa di sicuro molto piú di te, ha un parere molto diverso:
Importanti epidemie di malattie infettive si verificano anche in comunità completamente o quasi completamente vaccinate, ad ulteriore dimostrazione che l’equivalenza VACCINAZIONE=IMMUNIZZAZIONE non è verificata. Se ne deduce che l’esclusione dei non vaccinati dalle comunità non comporta l’assenza della circolazione di malattie
Ma già, Montanari è un farmacista pazzo, quindi cosa conta ciò che dice..? In questo caso la sua esperienza non vale nulla, no?
E non è neanche uno della "mia" parte, visto che sostiene la teoria del contagio.
Cosí come sicuramente piú di te ne sanno il virologo Stefan Lanka e il microbiologo Peter Duesberg, che negano rispettivamente l'esistenza dei virus di Morbillo e AIDS. Ma siccome dopo averne dimostrato l'inesistenza e la totale infondatezza della comune teoria virale sono stati ostracizzati dalla comunità scientifica, allora sono classificabili come "pazzi" anche loro. E siccome, poi, Butac, cui sei - significativamente - abbonato non ha mancato di provare a "normalizzare" il tutto, sicuramente dirai che non conta niente neanche ciò che dicono loro. Sempre perché c'è gente che vede "complotti" dappertutto. Peccato che ci sia anche chi i complotti li ordisce.
Ah, a proposito: ho uno zio paterno che vive in Brasile, emigrato tanti anni fa, prima a San Paolo, dove andai a trovarlo, ora a Rio. Anni fa ha subíto un tentativo di rapina davanti a casa sua da due ragazzi armati che lo hanno minacciato di morte, e che sicuramente, una volta in casa, avrebbero ucciso lui e la sua domestica. Ma siccome era armato anche lui, è stato piú veloce e ne ha ucciso uno. L'altro è scappato. Questo solo per dire che qualche volta fuori dall'Italia ci sono andato persino io, e che non c'è bisogno che tu perda tempo a spiegare come vanno le cose in certi posti.
Re: Ma i virus contagiano davvero?
Come spiega il fenomeno l' "Igiene Naturale"?
Ma secondo te, senza conoscere niente delle tue abitudini né di quelle di tuo figlio, come farebbe, non io, ma chiunque altro a risponderti? Per i medici è facile, c'è un virus che "gira" e ve lo passate a vicenda, e finisce lí.
ho modo di capire la differenza tra teoria e pratica, basandomi su quello che ho visto e vissuto, che poi è il parametro più alla mia portata
È la stessa cosa che faccio anch'io, partendo però da principî che cerco di applicare dopo averne verificato la validità.
"La Paura è come un veleno, in piccole dosi ti cura, se troppa ti uccide" (Tsunki).
Questo si applica a quello che dici.
Quella di ingurgitare o iniettarsi del veleno è pratica nota. Proprio per svilupparne antidoti ed immunità.
No, lo scopo era tutt'altro da questo, ed era quello di dimostrare l'infondatezza della teoria del contagio. E il controllo medico di cui parlavo non era da intendersi nell'accezione di "tutela" ma di semplice testimonianza di uno specialista.
L'unico modo che uno ha di vedere e comprendere è vivere le cose in modo diretto e sarà sempre e comunque diverso per ognuno.
Sono d'accordo ed è ciò che ho detto ma la diversità ha dei limiti, per esempio nella specie. Specie diverse reagiscono in modo completamente diverso a determinate sostanze, ma individui della stessa specie, sia pur fatta salva la variabilità individuale, non potranno reagire come due individui di specie diverse. Per esempio, il cacao è velenoso per i cani, ma non lo sarà per nessun uomo, anche se magari a qualcuno provoca fastidî e ad altri no.
Tu la spiegazione sul fenomeno del contagio non l'hai data, hai ridotto il tutto alla conduzione di una vita non sana e ad un difetto di smaltimento metabolico di tali detriti. Hai detto tutto e niente.
Forse perché le cose sono molto piú semplici di come ami complicarle la mente umana; e anche perché chiedere di spiegare un fenomeno a chi ne sostiene l'inesistenza è piú che paradossale! Semmai quello che si può spiegare è l'apparenza che induce a pensare che vi sia un contagio diretto di tipo fisico, ma occorre vedere quali sono le abitudini e le tendenze delle persone coinvolte.
Anche Louis Pasteur, il padre della teoria microbica, in una lettera a Claude Bernard ebbe a dire che "il terreno è tutto, il microbo è nulla", e per "terreno" intendeva l'organismo.
disprezzare la medicina che fa, comunque, parte di questa Realtà, come se avesse fondamento solo perché "la massa" glielo da, a prescindere, equivale a sminuire l'esperienza di vita e malattia altrui,
Dovresti approfondire l'argomento, in particolare sulla vera natura delle terapie antitumorali come chemio e radioterapia. Tempo fa mi è capitato di tradurre dall'inglese un documento molto dettagliato in cui fonti esclusivamente mediche descrivevano natura e danni provocati dai farmaci usati per "curare" i tumori, concludendo che dalla chemioterapia bisognava star lontani e che gli stessi medici non pure la prescrivevano non lo avrebbero mai fatto con sé stessi.
Quanto al "complottismo" che "stufa abbastanza", stufa abbastanza anche l'accusa a vanvera di starlo facendo solo perché si ha l'"ardire" di invitare a porsi qualche domanda, portando per di piú anche gli elementi su cui porsele. Inoltre se affermi anche che io demonizzerei "per partito preso" la medicina, be', allora non sono riuscito a far arrivare proprio niente di ciò che ho scritto, dal momento che mi baso su ciò che ho appreso e provato, quindi critico ex post, e non a priori.
Ma secondo te, senza conoscere niente delle tue abitudini né di quelle di tuo figlio, come farebbe, non io, ma chiunque altro a risponderti? Per i medici è facile, c'è un virus che "gira" e ve lo passate a vicenda, e finisce lí.
ho modo di capire la differenza tra teoria e pratica, basandomi su quello che ho visto e vissuto, che poi è il parametro più alla mia portata
È la stessa cosa che faccio anch'io, partendo però da principî che cerco di applicare dopo averne verificato la validità.
"La Paura è come un veleno, in piccole dosi ti cura, se troppa ti uccide" (Tsunki).
Questo si applica a quello che dici.
Quella di ingurgitare o iniettarsi del veleno è pratica nota. Proprio per svilupparne antidoti ed immunità.
No, lo scopo era tutt'altro da questo, ed era quello di dimostrare l'infondatezza della teoria del contagio. E il controllo medico di cui parlavo non era da intendersi nell'accezione di "tutela" ma di semplice testimonianza di uno specialista.
L'unico modo che uno ha di vedere e comprendere è vivere le cose in modo diretto e sarà sempre e comunque diverso per ognuno.
Sono d'accordo ed è ciò che ho detto ma la diversità ha dei limiti, per esempio nella specie. Specie diverse reagiscono in modo completamente diverso a determinate sostanze, ma individui della stessa specie, sia pur fatta salva la variabilità individuale, non potranno reagire come due individui di specie diverse. Per esempio, il cacao è velenoso per i cani, ma non lo sarà per nessun uomo, anche se magari a qualcuno provoca fastidî e ad altri no.
Tu la spiegazione sul fenomeno del contagio non l'hai data, hai ridotto il tutto alla conduzione di una vita non sana e ad un difetto di smaltimento metabolico di tali detriti. Hai detto tutto e niente.
Forse perché le cose sono molto piú semplici di come ami complicarle la mente umana; e anche perché chiedere di spiegare un fenomeno a chi ne sostiene l'inesistenza è piú che paradossale! Semmai quello che si può spiegare è l'apparenza che induce a pensare che vi sia un contagio diretto di tipo fisico, ma occorre vedere quali sono le abitudini e le tendenze delle persone coinvolte.
Anche Louis Pasteur, il padre della teoria microbica, in una lettera a Claude Bernard ebbe a dire che "il terreno è tutto, il microbo è nulla", e per "terreno" intendeva l'organismo.
disprezzare la medicina che fa, comunque, parte di questa Realtà, come se avesse fondamento solo perché "la massa" glielo da, a prescindere, equivale a sminuire l'esperienza di vita e malattia altrui,
Dovresti approfondire l'argomento, in particolare sulla vera natura delle terapie antitumorali come chemio e radioterapia. Tempo fa mi è capitato di tradurre dall'inglese un documento molto dettagliato in cui fonti esclusivamente mediche descrivevano natura e danni provocati dai farmaci usati per "curare" i tumori, concludendo che dalla chemioterapia bisognava star lontani e che gli stessi medici non pure la prescrivevano non lo avrebbero mai fatto con sé stessi.
Quanto al "complottismo" che "stufa abbastanza", stufa abbastanza anche l'accusa a vanvera di starlo facendo solo perché si ha l'"ardire" di invitare a porsi qualche domanda, portando per di piú anche gli elementi su cui porsele. Inoltre se affermi anche che io demonizzerei "per partito preso" la medicina, be', allora non sono riuscito a far arrivare proprio niente di ciò che ho scritto, dal momento che mi baso su ciò che ho appreso e provato, quindi critico ex post, e non a priori.
Re: Ma i virus contagiano davvero?
@Romolo
Appena posso ti rispondo in privato, ci sono già troppi miei "papiri" qui.
Appena posso ti rispondo in privato, ci sono già troppi miei "papiri" qui.
Re: Ma i virus contagiano davvero?
stai offendendo i papiri...
in quel momento consumati dalla fiamma di un fuoco eternamente acceso dentro di loro,
essi potranno finalmente svanire da questa terra, librandosi nel più libero dei voli.
e sarà come se essi non siano mai esistiti.
essi potranno finalmente svanire da questa terra, librandosi nel più libero dei voli.
e sarà come se essi non siano mai esistiti.