La circolazione del potere
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La circolazione del potere
Tsunki ha scritto un bell'articolo sull'argomento, che mi ha fatto ricordare gli insegnamenti di un'altra sciamana; aggiungo perciò il mio contributo (e aspetto il contributo di tutti)
Mitaquye oyasin
Vittorio
Secondo la tradizione andina c’è un unico comandamento morale: l’Ayni.
Quando l’Assoluto si manifesta ordina di mettere in pratica la legge dell’Ayni, cioè di fare Ayni cuchi (mettere in pratica la reciprocità).
Ayni è il nome del colibrì in quechua e simboleggia la reciprocità e lo scambio.
Il concetto di Ayni si può capire pensando al lavoro dell’agricoltore sulle Ande, che è durissimo. Per questo il singolo agricoltore che ha necessità “convoca Ayni”, cioè chiede aiuto a tutta la comunità per aiutarlo in un dato lavoro, sapendo che dovrà restituire l’aiuto offerto lavorando nelle terre degli altri.
Anche con gli Spiriti c’è una relazione basata sulla legge dell’Ayni: quando si riceve qualcosa dagli Apus (Spiriti delle montagne) o dalla Pacha Mama bisogna restituirlo offrendo qualche cosa in cambio.
Secondo questa legge non devo restituire il beneficio a chi mi ha aiutato, ma posso fare anche qualcosa per qualcun altro. L’importante è che l’energia circoli, così come il colibrì, appunto, che porta il polline di fiore in fiore, facendo appunto circolare l’energia vitale (e il potere).
Può succedere che qualcuno riceva un piccolo beneficio e si senta di fare qualcosa di grande per gli altri per ricambiare, oppure che gli Spiriti gli abbiano fatto un grande dono e lui ricambi con una semplice offerta: non importa, importante che la legge del “dare e avere” sia rispettata.
L’Ayni serve anche perché ciò che è stato accumulato sia ridistribuito: denaro, doni, favori, cure. Naturalmente non è necessario ridarlo allo stesso modo in cui l’abbiamo ricevuto; è però obbligo morale partecipare ad una restituzione.
Ayni Yan Causaypas: tutta la vita è un’Ayni. Infatti si riceve la vita come un dono e un giorno bisognerà restituirla.
Gli stessi sciamani possono scambiarsi il proprio potere (Carpay Ayni) a seconda delle loro specializzazioni e conoscenze, per arricchirsi ulteriormente.
La leggenda narra che l’impero Inca è caduto proprio perché cessò di mettere in circolazione l’energia divina creando così disarmonia, che facilitò la conquista spagnola.
Il sentiero mistico andino ci insegna che la realtà di tutti gli esseri viventi è unica e che tutti siamo collegati l’un l’altro in un unico universo. Per questo dobbiamo vivere nella totalità, far circolare l’Ayni e non dividerci o crederci realtà separate.
Dagli insegnamenti di Yelitza Altamirano Valle (Sciamana peruviana di tradizione ‘Qeros)
Mitaquye oyasin
Vittorio
Secondo la tradizione andina c’è un unico comandamento morale: l’Ayni.
Quando l’Assoluto si manifesta ordina di mettere in pratica la legge dell’Ayni, cioè di fare Ayni cuchi (mettere in pratica la reciprocità).
Ayni è il nome del colibrì in quechua e simboleggia la reciprocità e lo scambio.
Il concetto di Ayni si può capire pensando al lavoro dell’agricoltore sulle Ande, che è durissimo. Per questo il singolo agricoltore che ha necessità “convoca Ayni”, cioè chiede aiuto a tutta la comunità per aiutarlo in un dato lavoro, sapendo che dovrà restituire l’aiuto offerto lavorando nelle terre degli altri.
Anche con gli Spiriti c’è una relazione basata sulla legge dell’Ayni: quando si riceve qualcosa dagli Apus (Spiriti delle montagne) o dalla Pacha Mama bisogna restituirlo offrendo qualche cosa in cambio.
Secondo questa legge non devo restituire il beneficio a chi mi ha aiutato, ma posso fare anche qualcosa per qualcun altro. L’importante è che l’energia circoli, così come il colibrì, appunto, che porta il polline di fiore in fiore, facendo appunto circolare l’energia vitale (e il potere).
Può succedere che qualcuno riceva un piccolo beneficio e si senta di fare qualcosa di grande per gli altri per ricambiare, oppure che gli Spiriti gli abbiano fatto un grande dono e lui ricambi con una semplice offerta: non importa, importante che la legge del “dare e avere” sia rispettata.
L’Ayni serve anche perché ciò che è stato accumulato sia ridistribuito: denaro, doni, favori, cure. Naturalmente non è necessario ridarlo allo stesso modo in cui l’abbiamo ricevuto; è però obbligo morale partecipare ad una restituzione.
Ayni Yan Causaypas: tutta la vita è un’Ayni. Infatti si riceve la vita come un dono e un giorno bisognerà restituirla.
Gli stessi sciamani possono scambiarsi il proprio potere (Carpay Ayni) a seconda delle loro specializzazioni e conoscenze, per arricchirsi ulteriormente.
La leggenda narra che l’impero Inca è caduto proprio perché cessò di mettere in circolazione l’energia divina creando così disarmonia, che facilitò la conquista spagnola.
Il sentiero mistico andino ci insegna che la realtà di tutti gli esseri viventi è unica e che tutti siamo collegati l’un l’altro in un unico universo. Per questo dobbiamo vivere nella totalità, far circolare l’Ayni e non dividerci o crederci realtà separate.
Dagli insegnamenti di Yelitza Altamirano Valle (Sciamana peruviana di tradizione ‘Qeros)
Sono molte le tradizioni per cui lo scambio costituisce la base della spiritualità.
Anche nelle tradizioni orientali, in particolare in India, esistono rituali, le puja, in cui si offrono doni alle divinità che trasformano il dono in prashad (cibo sacro) che viene poi redistribuito ai partecipanti che lo assumono per assorbire il potere che viene dagli Dei come benedizione trasformante.
La crescita spirituale che si ottiene richiede che si condivida con la comunità attraverso offerte agli dei, agli uomini e alla natura.
Chi non fa questo è considerato ignorante e di bassa evoluzione spirituale.
In una Sacra Scrittura Vedica si dice che la condivisione, come il perdono, stanno alla base della realizzazione spirituale e la più grande indegnità del devoto sta nel volere la liberazione solo per se stesso, senza il profondo desiderio di condividerla con gli altri. Se questo accade non può esserci liberazione finale.
Se il potere non circola diventa stagnante e, come l'acqua, imputridisce. Questo è un insegnamento universale, trasmesso da tutti i Maestri.
Animo y fuerza.
Anche nelle tradizioni orientali, in particolare in India, esistono rituali, le puja, in cui si offrono doni alle divinità che trasformano il dono in prashad (cibo sacro) che viene poi redistribuito ai partecipanti che lo assumono per assorbire il potere che viene dagli Dei come benedizione trasformante.
La crescita spirituale che si ottiene richiede che si condivida con la comunità attraverso offerte agli dei, agli uomini e alla natura.
Chi non fa questo è considerato ignorante e di bassa evoluzione spirituale.
In una Sacra Scrittura Vedica si dice che la condivisione, come il perdono, stanno alla base della realizzazione spirituale e la più grande indegnità del devoto sta nel volere la liberazione solo per se stesso, senza il profondo desiderio di condividerla con gli altri. Se questo accade non può esserci liberazione finale.
Se il potere non circola diventa stagnante e, come l'acqua, imputridisce. Questo è un insegnamento universale, trasmesso da tutti i Maestri.
Animo y fuerza.
Anche molti cammini spirituali che vengono etichettati come New Age, ad esempio il Reiki, si basano sulla condivisione e sul perdono.
La condivisione della conoscenza e dell'energia è basilare per la circolazione del potere e senza circolazione c'è solo stagnazione e morte.
Inoltre, non dimentichiamoci di far circolare anche l'amore, uno dei poteri piu' grandi.
In pratica, ciò che imparo e che mi fa star bene, lo rendo disponibile anche per gli altri in modo che tutti stiano bene e rendo disponibili i miei talenti ed il mio cuore in modo che tutti possano trarne beneficio.
Così il potere circola e ritorna (vedi anche articolo del nostro Uwishìn).
Ad ogni modo, sono contenta di vedere che tutte le piu' grandi tradizioni spirituali hanno le stesse basi.
La condivisione della conoscenza e dell'energia è basilare per la circolazione del potere e senza circolazione c'è solo stagnazione e morte.
Inoltre, non dimentichiamoci di far circolare anche l'amore, uno dei poteri piu' grandi.
In pratica, ciò che imparo e che mi fa star bene, lo rendo disponibile anche per gli altri in modo che tutti stiano bene e rendo disponibili i miei talenti ed il mio cuore in modo che tutti possano trarne beneficio.
Così il potere circola e ritorna (vedi anche articolo del nostro Uwishìn).
Ad ogni modo, sono contenta di vedere che tutte le piu' grandi tradizioni spirituali hanno le stesse basi.
- Tsunki
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Il potere del colibrì è noto in tutto il Sudamerica.
Anche tra gli Shuar Jempe (Colibrì) ha questo potere di condivisione e circolazione, con l'aggiunta però di altri poteri quali la rapidità e il Fuoco (che appunto è rapido) e anche poteri connessi "stranamente" alla Guerra, come la velocità di attacco e della distruzione portata dal Fuoco.
Così una conoscenza più completa di Jempe lo vede come una forza non solamente positiva ma a due facce: fa circolare la sapienza e la ricchezza così come fa circolare il fuoco che distrugge o soldati rapidi che diffondono distruzione.
Quando agisce l'aspetto distruttivo, Jempe purifica e prepara un nuovo inizio.
La lettura Shuar del Colibrì è senz'altro più completa e autentica, quella Quichua è parziale e evidentemente influenzata dal Cristianesimo con cui la cultura Quichua è imbastardita da 500 anni (opinioni condivisa anche dagli antropologi che non studiano affatto nessun sciamanesimo quichua perché privo di interesse).
Per amor di completezza, faccio notare che tutte le popolazioni quichua si richiamano allo sciamanesimo e alla cultura Inca, ma in realtà quasi nessuno (o forse nessuno) è discendente degli Inca: si tratta di popoli che erano assoggettati dagli Inca, i quali avevano creato un impero piuttosto duro con imposizione di tributi alle popolazioni conquistate. Per questo parlano tutte la loro lingua, il quichua, un po' come in tutto il bacino del mediterraneo si parlava un tempo greco e latino. Che ovviamente non voleva dire che ad es. i libici fossero discendenti dei... greci o dei romani!
I quichua sono disprezzati dai popoli jibaroani (Shuar, Achuar...) perché come si fecero conquistare dagli Inca, così poi si sottomisero agli Spagnoli, ogni volta adattando la loro cultura a quella dei vincitori.
Sciamanicamente, lo dico ancora una volta, non hanno alcun interesse, perché prima (500 anni fa!) hanno adattato tutto al cristianesimo e ora addirittura gli "sciamani" si comportano in modo ieratico come santoni indiani per soddisfare le aspettative occidentali e new age su come deve essere un maestro spirituale...
Non so dire se l'impero Inca sia crollato perchè ha smesso di usare il potere del colibrì. In un certo senso è senz'altro vero, il dubbio è se il potere del colibrì l'abbiano mai usato... Senz'altro crollò per uno sfruttamento intensivo eccessivo della natura (può interessarci? ) e per
l'eccesso di pretese sui popoli conquistati. I più saggi possono leggerci qualcosa sul potere di jempe...
Anche tra gli Shuar Jempe (Colibrì) ha questo potere di condivisione e circolazione, con l'aggiunta però di altri poteri quali la rapidità e il Fuoco (che appunto è rapido) e anche poteri connessi "stranamente" alla Guerra, come la velocità di attacco e della distruzione portata dal Fuoco.
Così una conoscenza più completa di Jempe lo vede come una forza non solamente positiva ma a due facce: fa circolare la sapienza e la ricchezza così come fa circolare il fuoco che distrugge o soldati rapidi che diffondono distruzione.
Quando agisce l'aspetto distruttivo, Jempe purifica e prepara un nuovo inizio.
La lettura Shuar del Colibrì è senz'altro più completa e autentica, quella Quichua è parziale e evidentemente influenzata dal Cristianesimo con cui la cultura Quichua è imbastardita da 500 anni (opinioni condivisa anche dagli antropologi che non studiano affatto nessun sciamanesimo quichua perché privo di interesse).
Per amor di completezza, faccio notare che tutte le popolazioni quichua si richiamano allo sciamanesimo e alla cultura Inca, ma in realtà quasi nessuno (o forse nessuno) è discendente degli Inca: si tratta di popoli che erano assoggettati dagli Inca, i quali avevano creato un impero piuttosto duro con imposizione di tributi alle popolazioni conquistate. Per questo parlano tutte la loro lingua, il quichua, un po' come in tutto il bacino del mediterraneo si parlava un tempo greco e latino. Che ovviamente non voleva dire che ad es. i libici fossero discendenti dei... greci o dei romani!
I quichua sono disprezzati dai popoli jibaroani (Shuar, Achuar...) perché come si fecero conquistare dagli Inca, così poi si sottomisero agli Spagnoli, ogni volta adattando la loro cultura a quella dei vincitori.
Sciamanicamente, lo dico ancora una volta, non hanno alcun interesse, perché prima (500 anni fa!) hanno adattato tutto al cristianesimo e ora addirittura gli "sciamani" si comportano in modo ieratico come santoni indiani per soddisfare le aspettative occidentali e new age su come deve essere un maestro spirituale...
Non so dire se l'impero Inca sia crollato perchè ha smesso di usare il potere del colibrì. In un certo senso è senz'altro vero, il dubbio è se il potere del colibrì l'abbiano mai usato... Senz'altro crollò per uno sfruttamento intensivo eccessivo della natura (può interessarci? ) e per
l'eccesso di pretese sui popoli conquistati. I più saggi possono leggerci qualcosa sul potere di jempe...
ánimo y fuerza
Tsunki
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Ciò è sicuramente vero. Almeno in teoria...Freccia ha scritto: Questo è un insegnamento universale, trasmesso da tutti i Maestri.
Nella pratica però la maggioranza delle guide spirituali parla molto di circolazione e condivisione, ma tira piuttosto l'acqua al proprio mulino. E cerca che tutto circoli... verso il suo territorio.
Non voglio disilludere nessuno (sto mentendo: lo voglio! ), ma
solo far notare che le parole sono facili da dire e non costano nulla, non è il caso di commuoversi troppo a sentirle.
Chi vuole (e quindi pochissimi) può riconoscere i falsi maestri perchè vi diranno quel che vi aspettate.
Chi ha orecchie per intendere intenda.
ánimo y fuerza
Tsunki
Tsunki
Hai, come al solito ragione, infatti i veri Maestri sono pochi e spesso dicono cose fastidiose e più fastidio ancora lo causano perché fanno ciò che dicono e questo scombussola e disturba, tant'è che la maggior parte delle volte la gente che non li sopporta li fa secchi.
Ma i pochi Maestri veri compensano ampiamente i tanti fasulli e ad ognuno spetta il compito di discriminare tra lo zucchero e la sabbia.
In ogni caso senza condivisione, per quanto risulti di pratica difficile e imperfetta, non si va da nessuna parte. Fortunatamente per noi, gli Spiriti ricompensano lo sforzo fatto con generosità e così facendo, danno l'esempio.
Animo y fuerza.
Ma i pochi Maestri veri compensano ampiamente i tanti fasulli e ad ognuno spetta il compito di discriminare tra lo zucchero e la sabbia.
In ogni caso senza condivisione, per quanto risulti di pratica difficile e imperfetta, non si va da nessuna parte. Fortunatamente per noi, gli Spiriti ricompensano lo sforzo fatto con generosità e così facendo, danno l'esempio.
Animo y fuerza.