sogno degli tsentsak: cataclisma, cicli, tsunki, pistola...
Moderatori: Pinchuruwia, Tuna, Mayu
-
- Autore
- Messaggio
sogno degli tsentsak: cataclisma, cicli, tsunki, pistola...
Sogno fatto alle 4.40, probabile sogno degli tsentsak, di cui ho ricordi frammentari. Prima di fare il sogno avevo il sonno agitato, mi svegliavo spesso e avevo la sensazione assurda di qualcuno che cercasse di entrare in casa.
Sono in una specie di villa in mezzo ad una prateria, lontano da tutto (centri abitati). La villa mi ricorda la casa dei miei nonni anche se non gli assomiglia, nemmeno come localizzazione. C’è stata una guerra o un grosso cataclisma, siamo tra i pochi sopravvissuti o qualcosa del genere e stiamo per subire un attacco di qualche tipo. Abbiamo delle armi, delle pistole. Tutte le mie cose più preziose sono dentro uno zaino (che ricorda molto quello che uso ai cerchi per tenere gli oggetti di utilità sciamanica). Ad un certo punto arriva Tsunki e mi dice delle cose, che non ricordo, ma erano molto complesse e mi mettevano in difficoltà. Poi mi nascondo, forse su consiglio suo, ed è come se passasse un treno, ricordo un’immagine/sensazione come quando i vecchi televisori a tubo catodico avevano lo schermo grigio puntinato perché non ricevevano, o forse c’è l’attacco. Ma io non so cosa succede, forse un cambio di dimensione. Ed è come se durante questo attacco noi avessimo dormito, come in letargo, e fosse durato mesi o anche anni. Dopo tutto è distrutto e io non ho più lo zaino, perché l’ho lasciato in una macchina usata per portare un attacco in un’altra villa nemica lì vicino, forse guidata da Tsunki (forse dovevo andare anche io a fare l’attacco). Mi è rimasto solo il registratore vocale che uso ai cerchi, perché l’ho nascosto nella manica al polso destro, e un cellulare che però non funziona più. Ho anche una pistola, ma è scarica. Cerco dei proiettili, ma trovo solo caricatori vuoti.
Ritornano dei ragazzi giovani, che dovrebbero essere miei alleati, ma è come se io non facessi più parte del gruppo. Vengo emarginato, mi trattano male e io non ho armi per difendermi, né da mangiare, né roba per coprirmi dal freddo. Vedo passare il mio zio acquisito, morto da anni, ma non mi considera e se ne va via per i fatti suoi. Io capisco che me ne devo andare, perché loro sono troppi contro di me. Uno di questi ragazzi mi dice che devo andare via perché sta per arrivare una delle donne e io non ho il diritto di vederla. Io d’istinto sto per aggredirlo, ma mi accorgo che sono troppi e sono accerchiato e sarebbe un suicidio. Allora penso di andarmene. Mi pare di vedere Tsunki che passa con la macchina con cui è andato a fare l’assalto ma non è più la stessa: questa è solo uno scheletro di macchina grigio, e più piccola. Gli chiedo di guardare se c’è lo zaino ma lui, che in realtà nel sogno non è Tsunki, dice che nell’assalto è stato tutto distrutto e se ne va via.
Allora uno dei ragazzi, come per compassione, decide di accompagnarmi via con la macchina e mentre scendiamo una strada io vedo arrivare da dietro a sinistra un ragazzo in bicicletta e mi accorgo che è “a colori” (capisco solo in quel momento che il resto del sogno era in bianco e nero o comunque sempre molto scuro e grigio). Il ragazzo in bici ci supera e raccoglie al volo degli oggetti molto colorati che si trovano sul bordo della strada: sono pezzi di un pupazzo di peluche molto grande che mette su un bastone. Lo usa per andare in giro per le piazze e fare qualche “numero” e ottenere soldi a cappello. A quel punto è come se con la macchina attraversassimo un confine invisibile, tutto diventa colorato e il ragazzo che mi accompagnava in macchina ha recuperato la memoria. Io gli faccio una domanda sul milan o sull’inter e mi risponde in un modo per cui riconosco che è lui, quello che io conoscevo e che mi era amico, e infatti non è più ostile. E andiamo in una casa con altri ragazzi, forse la stessa di prima, ma nessuno ora è ostile. É come se attraversando quel confine invisibile tutto fosse ricominciato da capo, una specie di ciclo, come se fossimo ritornati all’inizio del sogno prima che tutto degenerasse. A quel punto chiedo di fare una telefonata o qualcosa del genere che poi non farò perchè mi sveglio.
Sono in una specie di villa in mezzo ad una prateria, lontano da tutto (centri abitati). La villa mi ricorda la casa dei miei nonni anche se non gli assomiglia, nemmeno come localizzazione. C’è stata una guerra o un grosso cataclisma, siamo tra i pochi sopravvissuti o qualcosa del genere e stiamo per subire un attacco di qualche tipo. Abbiamo delle armi, delle pistole. Tutte le mie cose più preziose sono dentro uno zaino (che ricorda molto quello che uso ai cerchi per tenere gli oggetti di utilità sciamanica). Ad un certo punto arriva Tsunki e mi dice delle cose, che non ricordo, ma erano molto complesse e mi mettevano in difficoltà. Poi mi nascondo, forse su consiglio suo, ed è come se passasse un treno, ricordo un’immagine/sensazione come quando i vecchi televisori a tubo catodico avevano lo schermo grigio puntinato perché non ricevevano, o forse c’è l’attacco. Ma io non so cosa succede, forse un cambio di dimensione. Ed è come se durante questo attacco noi avessimo dormito, come in letargo, e fosse durato mesi o anche anni. Dopo tutto è distrutto e io non ho più lo zaino, perché l’ho lasciato in una macchina usata per portare un attacco in un’altra villa nemica lì vicino, forse guidata da Tsunki (forse dovevo andare anche io a fare l’attacco). Mi è rimasto solo il registratore vocale che uso ai cerchi, perché l’ho nascosto nella manica al polso destro, e un cellulare che però non funziona più. Ho anche una pistola, ma è scarica. Cerco dei proiettili, ma trovo solo caricatori vuoti.
Ritornano dei ragazzi giovani, che dovrebbero essere miei alleati, ma è come se io non facessi più parte del gruppo. Vengo emarginato, mi trattano male e io non ho armi per difendermi, né da mangiare, né roba per coprirmi dal freddo. Vedo passare il mio zio acquisito, morto da anni, ma non mi considera e se ne va via per i fatti suoi. Io capisco che me ne devo andare, perché loro sono troppi contro di me. Uno di questi ragazzi mi dice che devo andare via perché sta per arrivare una delle donne e io non ho il diritto di vederla. Io d’istinto sto per aggredirlo, ma mi accorgo che sono troppi e sono accerchiato e sarebbe un suicidio. Allora penso di andarmene. Mi pare di vedere Tsunki che passa con la macchina con cui è andato a fare l’assalto ma non è più la stessa: questa è solo uno scheletro di macchina grigio, e più piccola. Gli chiedo di guardare se c’è lo zaino ma lui, che in realtà nel sogno non è Tsunki, dice che nell’assalto è stato tutto distrutto e se ne va via.
Allora uno dei ragazzi, come per compassione, decide di accompagnarmi via con la macchina e mentre scendiamo una strada io vedo arrivare da dietro a sinistra un ragazzo in bicicletta e mi accorgo che è “a colori” (capisco solo in quel momento che il resto del sogno era in bianco e nero o comunque sempre molto scuro e grigio). Il ragazzo in bici ci supera e raccoglie al volo degli oggetti molto colorati che si trovano sul bordo della strada: sono pezzi di un pupazzo di peluche molto grande che mette su un bastone. Lo usa per andare in giro per le piazze e fare qualche “numero” e ottenere soldi a cappello. A quel punto è come se con la macchina attraversassimo un confine invisibile, tutto diventa colorato e il ragazzo che mi accompagnava in macchina ha recuperato la memoria. Io gli faccio una domanda sul milan o sull’inter e mi risponde in un modo per cui riconosco che è lui, quello che io conoscevo e che mi era amico, e infatti non è più ostile. E andiamo in una casa con altri ragazzi, forse la stessa di prima, ma nessuno ora è ostile. É come se attraversando quel confine invisibile tutto fosse ricominciato da capo, una specie di ciclo, come se fossimo ritornati all’inizio del sogno prima che tutto degenerasse. A quel punto chiedo di fare una telefonata o qualcosa del genere che poi non farò perchè mi sveglio.
Re: sogno degli tsentsak: cataclisma, cicli, tsunki, pistola
aggiornamento al sogno: sono appena andato al fiume per svegliare gli tsentsak e fare un lancio (intendo oggi in questa realtà...). Avevo con me lo zainetto nero con il materiale sciamanico che compariva anche nel sogno. Mentre prendevo tsank l'ho appoggiato in un punto "sbagliato" ed è caduto nel fiume. Ho temuto di perderlo, trascinato via dalla corrente, invece è rimasto fermo tra due rocce. Mentre lo recuperavo ho ricordato che alla fine del sogno, anche lì recuperavo lo zainetto (qualcuno me lo portava, credo...).