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L'Arútam

Gli Shuar, un tempo noti come Jívaro, sono i depositari di una delle più importanti tradizioni sciamaniche del pianeta. I loro Spiriti, che provengono dalla foresta primordiale, e in particolare l'arútam e gli tséntsak, sono quanto di più potente mi sia mai stato dato di incontrare.
E' difficile spiegare cosa sia l'Arútam secondo gli Shuar: le cose dell'Altra realtà quando cerchiamo di definirle perdiamo sempre qualcosa.
Potrei dire che Arútam è una potenza divina immensa che permea l'Universo e la Terra, che produce effetti concreti e che modella questa realtà.
Per essere efficace in questo mondo, l'Arútam assume forme diverse, che esprimono ciascuna differenti Poteri e che pure vengono chiamate "gli arútam".
Gli arútam sono in un certo senso degli dèi primordiali che governano il potere, la fortuna e la sfortuna, la felicità e l'infelicità degli esseri viventi. Dànno senso all'esistenza oppure lo negano.
Le varie forme degli dèi-arútam sono le essenze di alcuni animali della Selva Amazzonica o di altri poderosi fenomeni naturali, come il fulmine e l'uragano.

 

Abuelo
Il centenario "abuelo" Juáa, mio maestro e grande kakáram, come viene detto chi possiede almeno due arútma wakán. Potente sciamano e curandero, ha oggi circa 50 figli e 150 nipoti.

Così un arútam è il Giaguaro, ma non si tratta dello Spirito di un giaguaro individuale, piuttosto dell'essenza stessa della "giaguarità", il potere che crea e fa nascere i singoli giaguari.
Queste manifestazioni di Arútam sono ancestrali, esistono fin dalla notte dei tempi nella Selva e per questo hanno una potere molto grande. Ogni altra forza della vita può essere fatta derivare dagli arútam. Essi sono così importanti per comprendere il mondo e orientarsi nella giungla della vita che presto terrò un seminario sugli arútam e sul gioco dei loro poteri.
Difficile è stabilire un numero preciso di arútam, ma più sotto proverò a dare una lista dei principali.

 

Le anime dell'uomo, secondo gli Shuar

Il cristianesimo ci ha abituati all'idea di un'anima unica e indivisibile, con noi fin da prima della nascita, ma in nessuna tradizione sciamanica le cose stanno proprio così.
Secondo gli Shuar, oltre all'anima "ordinaria", detta nekás wakán (anima vera), che ci accompagna fin dal principio e con cui ci identifichiamo, ce ne sono almeno due si creano, se si creano, solo in determinati momenti della vita:

- Una è detta muísak wakán (wakán o wakáni significa "anima, ombra, immagine") ed è un'anima di vendetta. Si genera pochi giorni dopo la morte, se la persona è stata uccisa. Ha sete di sangue e va in cerca di compensazione e di uccidere a sua volta l'omicida.
Questo tipo di spirito vendicatore è noto in tutte le culture sciamaniche e muísak sono le anime senza pace che allignano ad es. nei luoghi dove sono avvenuti crimini o massacri. Non si tratta di anime "complete", non hanno ricordi oltre quello della morte, sono gravide di sofferenza e di odio, con quasi nulla in comune con l'indole e l'anima "vera" del morto.

- La seconda delle "anime acquisite" è chiamata arútma wakán, "anima dell'arútam".
Essa viene a esistere, se mai accade, durante un rituale, ha in sé il potere di un arútam ed è un dono di un nostro antenato, che ha avuto quello stesso potere.
Se ad es. otteniamo l'arutam dell'Anaconda, significa che un nostro antenato in una delle sue esistenze è stato un'Anaconda e dispone del potere di quell'arútam.

Arútma wakán e sua conquista

L'arútma wakáni nella tradizione Shuar fa la differenza tra una vita debole e fallimentare e un'esistenza ricca di significato e di soddisfazioni.
Nasce durante il rito nel momento in cui la si conquista e si insedia nel nostro petto.
Può però uscire dal corpo di sua volontà e viaggiare nella Terra dei Morti, da cui è stata originata essendo dono di un antenato. Dalla Terra dei Morti ci porta sapienza e forza sia dalla nostra stirpe, che dagli antenati del nostro popolo e del genere umano.
Il potere di quest'anima è in effetti enorme: chi la possiede non può venir ucciso né morire di incidente, anche la resistenza alle malattie diviene molto alta. Difficilmente chi ha un'arútma wakáni può subire smacchi dai suoi avversari e comunque mai verrà davvero sconfitto.
I nativi dicono che chi ha l'arútam non può morire se non di epidemia, il che significa che può venire ucciso solo da una malattia grave e diffusa.

A seconda di quale arútam ha dato vita a quest'anima aggiuntiva, essa avrà uno specifico potere con cui potremo realizzare il nostro sogno, il compito affidatoci dagli Spiriti e dagli Antenati, che l'arùtam stesso ci rivelerà.
Quale che sia il sogno, sarà sempre un obiettivo reale che ci farà sentire realizzati spiritualmente e concretamente - anzi è l'unica cosa in grado di darci questo appagamento perché disposta dal Cielo per amor nostro.
Ad es. l'arútam del Coccodrillo porta il potere di essere grandi guaritori. Ciò significa allora che guarire è il nostro compito, che l'arùtam ci dà il potere di guarire e che solo guarire ci farà sentire appagati.

Quando si parla di ricerca dell'arútam o di trovare il proprio arútam s'intende sempre "l'anima di arútam", ossia l'arútma wakáni.
I riti per conquistarla sono in parte segreti, ma quasi sempre si svolgono presso una cascata o un fiume, perché i corsi d'acqua - che fanno da confini in questa Realtà - sono, nell'Altra Realtà, confini tra questo Mondo e la Terra dei Morti.
Ciò perché l'acqua conduce attraverso le barriere tra vita e morte e si nasce a questa vita - così come alla prossima - attraverso l'acqua (liquido amniotico).

- Si può cercare l'arútam vagando nella selva in una notte di temporale, perché la tempesta fa da "catalizzatore" alla creazione di un'"anima di arútam".

- Oppure si può trovare l'arútam durante un rito di iniziazione allo sciamanesimo.
All'iniziazione possono partecipare molte persone, ma avranno maggiori probabilità di trovare l'arútam quei pochi per i quali la cerimonia sarà curada (preparata): la cura è compiuta da uno sciamano cantando a lungo i propri ánent (canti sacri) e soffiando il proprio potere su ciascuna delle persone prescelte.

- Se non si ha successo, occorre allora un rituale individuale, sotto la guida di un uwishìn (sciamano Shuar): dopo aver digunato per 2 o 3 giorni da cibo e acqua, il "cercatore" si reca, accompagnato dallo sciamano, presso una cascata o un fiume dove sosterà notte e giorno e invocherà lo spirito di una pianta sacra detta maikiua.
Questa è la cerimonia che chiamo ricerca dell'arútam e che organizzo per gli interessati durante l'estate.
A scanso di equivoci, chiariamo che la pianta viene solo invocata, non assunta.
Tradizionalmente, presso gli Shuar, si poteva bere il succo della maikiua (conosciuta anche come maricahua o malicahua e con molti altri nomi), che è un potente narcotico.
La maikiua però è molto pericolosa. Correre il rischio di berla andava assai bene per un popolo di guerrieri, abituati a vivere nella selva dove la vita umana vale come quella di qualsiasi altro animale, ossia pochissimo.
Ma per l'occidentale moderno il sacrifico del digiuno da cibo e acqua e del trascorrere giorno e notte all'aperto presso una cascata è uno sforzo più che sufficiente per richiamare l'arútam.

Uomini o donne speciali possono trovare addirittura 2 arútam in 2 diversi rituali (mai nello stesso). Persone così, secondo gli Shuar, non possono morire neppure di epidemia, ossia non c'è nulla che possa ucciderle!
Essi vengono chiamati kakáram, "persone di potere".